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Firenze, studenti occupano piazza San Marco davanti al rettorato di UniFI. Il Senato accademico approva una mozione per il cessate il fuoco a Gaza

Immagine di copertina
Credit: AGF

Il movimento delle tende nato negli Stati Uniti "contro il genocidio dei palestinesi" è arrivato anche nel capoluogo toscano e oggi ha ottenuto una prima vittoria quando l'ateneo ha aperto all’istituzione di una Commissione che valuti gli accordi con le università israeliane e l’industria bellica

L’hanno ribattezzata Piazza Shireen Abu Akleh, in ricordo della giornalista palestinese uccisa dalle truppe di Israele nel 2022 e oggi hanno ottenuto una prima vittoria grazie alla presa di posizione dell’Università di Firenze (UniFi) contro la guerra in corso nella Striscia di Gaza e l’apertura a istituire un comitato che valuti gli accordi con le università israeliane e l’industria bellica.

Ormai da una settimana anche in piazza San Marco, nel centro di Firenze, è arrivato il “movimento delle tende” nato negli Usa e diffusosi in tutta Europa e in Italia che riunisce migliaia di studenti contrari al “genocidio del popolo palestinese” e a favore dell’interruzione delle collaborazioni con gli atenei israeliani per impedire lo sviluppo di tecnologie ad uso bellico da parte dello Stato ebraico.

Come già a Palermo, Bologna, Roma, Torino e Pisa, di fronte alla sede del rettorato dell’Università di Firenze si sono mobilitati centinaia di giovani, rimasti accampati giorno e notte, a oltranza. “Dal 15 maggio insieme a studenti e colleghi dell’Università di Firenze, dell’Istituto Europeo e della Scuola Normale siamo accampati in piazza San Marco a Firenze, sotto la sede del rettorato, per chiedere alle istituzioni accademiche una presa di posizione contro il genocidio in corso in Palestina e l’invasione di Rafah”, spiega a TPI Aida Kapetanovic, dottoranda presso la sede di Firenze della Scuola Normale Superiore. “In particolare chiediamo che vengano recisi gli accordi con le università israeliane e con l’industria bellica, poiché pensiamo che il nostro sapere e la nostra ricerca non possano essere utilizzati per armare la guerra”.

I giovani hanno presentato una piattaforma di quattro richieste. “Ma mentre la Scuola Normale e l’Istituto Europeo si sono mostrati fin da subito aperti al dialogo, finora era mancato un confronto con la rettrice di Unifi” (Alessandra Petrucci, ndr), prosegue la dottoranda. Proprio oggi però, il Senato accademico dell’Università di Firenze ha approvato una mozione in questo senso.

“L’Ateneo fiorentino chiede l’immediata interruzione delle operazioni militari nei territori palestinesi attraverso una mozione, approvata all’unanimità dal Senato accademico, che recepisce alcune istanze presentate dai rappresentanti degli studenti”, si legge in un comunicato pubblicato oggi da UniFi.

Già nel novembre scorso infatti, il Senato accademico della Scuola Normale Superiore aveva approvato una mozione “per il cessate il fuoco e la pace in Palestina ed Israele”, impegnandosi “a valutare la sospensione delle attività di collaborazione con le istituzioni universitarie che manifestino in modo pubblico e ufficiale il proprio sostegno a una risposta militare indiscriminata contro i territori palestinesi”. La scorsa settimana invece il Consiglio accademico dell’Istituto universitario europeo (EUI) aveva “condannato le violenze in corso contro i civili nel conflitto in Medio Oriente”, e chiesto “un cessate il fuoco immediato e il rilascio degli ostaggi”.

Oggi, ci spiega Kapetanovic, anche UniFi ha aperto a un percorso di questo tipo. “Abbiamo ottenuto una prima vittoria”, sottolinea la dottoranda. “Gli studenti e le studentesse di UniFi avevano presentato una mozione da discutere al Senato basata su due punti: uno più politico che chiedeva una presa di posizione da parte dell’Università di Firenze contro il genocidio in corso, l’invasione di Rafah e la tragicità della situazione umanitaria dei palestinesi e che portasse questa posizione anche alla Crui (la Conferenza dei Rettori delle Università italiane, ndr) che si terrà giovedì 23 maggio a Roma”. Una richiesta fatta propria dal Senato accademico con la mozione approvata oggi.

“Il secondo punto invece era più tecnico ed entrava nel merito di quali passi concreti adottare per recidere gli accordi tra l’Università di Firenze, gli atenei israeliani e tutte quelle aziende che in un modo o nell’altro si rendono complici della guerra e utilizzano la ricerca e la tecnologia per fini bellici”, ci spiega Kapetanovic. “Questo richiede l’istituzione di una Commissione che valuti tutti gli accordi dell’Università di Firenze con Israele e l’industria bellica per poi eventualmente sospenderli o addirittura cancellarli“.

La mozione approvata oggi da UniFi non contiene questa parte ma, sottolinea la dottoranda, apre un nuovo percorso. “Il Senato accademico ha garantito la creazione di un tavolo di lavoro che si impegni a istituire questa Commissione nell’ambito del Comitato Etico dell’Università di Firenze”, ci spiega. “Con la garanzia che la componente studentesca sia comunque resa partecipe nella valutazione di questi accordi”.

La mobilitazione però non finisce qui. “Vogliamo che la posizione assunta oggi da parte della rettrice di UniFi venga davvero riportata a livello nazionale alla Crui del 23 maggio”. Insomma, una vittoria che è anche un primo passo.

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