L’ex colf del figlio di Gigi D’Alessio: “Mi ha picchiata davanti a Nicole Minetti. Minacciava di uccidere mio figlio”
Claudio D’Alessio, il figlio del celebre cantante napoletano Gigi D’Alessio, quasi un anno fa è stato rinviato a giudizio per lesioni e violenza privata. La vicenda è nata da una denuncia per maltrattamenti nei confronti di Halyna Levkova, che nel 2014 lavorava come colf nella casa del ragazzo a Roma, nel quartiere Parioli.
In questi giorni, la 40enne ucraina è stata ascoltata in aula e ha raccontato in cosa consistevano quei maltrattamenti che ha denunciato di aver subito da Claudio D’Alessio: “Non mi pagava da mesi – ha dichiarato ai giudici la donna – e quando perdeva le staffe alzava anche le mani. Non ce la facevo più”.
“In più di un’occasione – ha continuato Levkova – Claudio D’Alessio mi ha detto che se lo avessi denunciato avrebbe chiesto aiuto alla malavita e fatto uccidere mio figlio. Io nell’appartamento ho dormito sempre in una stanza senza porta e armadio, al limite della schiavitù, lavorando in nero 15 ore al giorno”.
A riportare le dichiarazioni è il Corriere della Sera, che sottolinea come nelle prossime udienze del processo saranno sentiti lo stesso figlio di Gigi D’Alessio e Nicole Minetti, ex consigliere regionale della Lombardia e molto vicina in passato a Silvio Berlusconi, che in quel periodo era fidanzata e conviveva con Claudio D’Alessio.
I fatti sotto indagine risalgono al novembre del 2014. Secondo quanto ricostruito in aula, dopo un litigio con la compagna in piena notte Claudio D’Alessio avrebbe maltrattato la sua domestica. Poi l’avrebbe cacciata da casa. La donna, a quanto pare, lo aveva invitato ad abbassare i toni.
Nella denuncia, Halyna Levkova aveva dichiarato che il figlio di Gigi D’Alessio ha provato a lanciarle contro una sedia, poi l’ha strattonata e sbattuta al muro. “Solo perché gli avevo chiesto l’ultimo stipendio. Non mi pagava e maltrattava”, ha confermato la donna.
Il ragazzo, invece, all’epoca della denuncia si era difeso dicendo di essere stato denunciato “per soldi” e di non averla mai “sfiorata con un dito”.
In aula ha testimoniato anche il vecchio datore di lavoro della donna, che quella sera è stato il primo a soccorrerla dopo che era stata cacciata da D’Alessio.