Il figlio di 5 anni in bici urta e uccide una donna di 87 anni. Padre indagato per omicidio colposo, rischia maxi risarcimento
![Immagine di copertina](https://www.tpi.it/app/uploads/2023/04/kid-2811354_1920-320x213.jpg)
Stava insegnando al figlio di 5 anni ad andare in bici quando il piccolo ha inavvertitamente urtato una donna di 87 anni, quel tanto che bastava per farle perdere l’equilibrio: l’anziana ha battuto la testa ed è morta, per la legge la responsabilità sarebbe del padre, indagato dalla Procura di Milano in quello che è a tutti gli effetti un omicidio colposo. Il bimbo si trovava in un parco pubblico in cui si recava spesso per giocare, quando lo scorso marzo è avvenuta la tragedia.
La bicicletta, pur andando a una velocità modesta, ha impattato con l’87enne, che stava passeggiando con un’amica: non è riuscita ad aggrapparsi al bastone e si è afflosciata, battendo la testa nel movimento all’indietro. Sul momento la signora resta cosciente, il padre del bambino fa chiamare un’ambulanza. Ma dopo poco l’anziana perde conoscenza, e muore in ospedale. Il genitore dovrà rispondere di omicidio colposo rapporto all’articolo 40 del codice, “non impedire un evento, che si ha l’obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo”. La norma di riferimento è l’articolo 2047 del codice civile, che fa ricadere sul padre padre la “posizione di garanzia”: in caso di danno “cagionato da persona incapace di intendere o di volere”, come ad esempio vengono considerati i minori sotto i 14 anni, “il risarcimento è dovuto da chi è tenuto alla sorveglianza dell’incapace, salvo che provi di non aver potuto impedire il fatto”.
Per la giurisprudenza “non può andare esente da colpa la condotta omissiva del genitore nel non aver adeguatamente sorvegliato l’attività del figlio intrinsecamente pericolosa” perché essendo la bici ”in mano a soggetto incapace di rendersi conto della portata delle proprie azioni e di adeguarne l’uso alle condizioni del luogo” era in grado “di provocare la caduta di soggetti deboli quali anziani e bambini”. La pena potrebbe essere patteggiata e ridotta a un terzo e con la sospensione condizionale. Per il risarcimento la somma dovrebbe aggirarsi sui 200.000 euro.