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“La festa dell’Italia sul bus scoperto era vietata. La Figc non ha rispettato i patti”

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Selfie e bagno di folla, azzurri cantano inno da bus scoperto a Roma. Credit: ANSA/ANGELO CARCONI

Il prefetto di Roma, Matteo Piantedosi, racconta come il pullman scoperto della Nazionale di calcio, che ha sfilato per le strade di Roma dopo gli incontri con Mattarella e Draghi, fosse in realtà abusivo. "Ci avevano assicurato una pedana a piazza del Popolo. Bloccarli con la folla avrebbe creato problemi di ordine pubblico", spiega nell'intervista al Corriere

“La festa dell’Italia sul bus? Era vietata. La Figc non ha rispettato i patti”. In una clamorosa intervista del Corriere della Sera, il prefetto di Roma Matteo Piantedosi lancia gravi accuse alla Federcalcio, in sostanza: la Figc non avrebbe rispettato l’impegno a evitare la sfilata con il pullman della Nazionale italiana dopo la vittoria agli Europei “per le possibili conseguenze che potrebbero verificarsi nelle prossime settimane” legate al virus e alla sempre più temuta variante Delta. Pare inoltre che Leonardo Bonucci e il capitano Giorgio Chiellini abbiano fatto pressione sulle forze dell’ordine in servizio a Roma per poter sfilare col pullman scoperto.

Avevamo negato il permesso a festeggiare la vittoria dell’Italia agli Europei sull’autobus scoperto, ma i patti non sono stati rispettati”, rivela il prefetto di Roma nell’intervista con la vicedirettrice del Corriere, Fiorenza Sarzanini. “La Figc chiedeva di consentire agli atleti della Nazionale di fare un giro per Roma su un autobus scoperto, ma è stato spiegato chiaramente che non era possibile. Abbiamo detto che non potevamo autorizzarli“, continua Piantedosi. “Dovevamo gestire il passaggio dal Quirinale a palazzo Chigi cercando di conciliarlo con le esigenze di sicurezza legate alla pandemia e dunque evitare in ogni modo assembramenti“.

Non si voleva di certo negare la festa ai tifosi o ai giocatori della Nazionale, e, infatti, era stata concordata un’alternativa che rispettasse le norme anti Covid per evitare quindi quei pericolosi assembramenti che si sono venuti a creare durante la sfilata del bus. “Lunedì mattina la Figc ha riproposto diverse soluzioni ultima delle quali quella di utilizzare una pedana da montare in piazza del Popolo, in pieno centro a Roma, dove far salire i giocatori che in questo modo potevano festeggiare con i tifosi“, racconta il prefetto di Roma. Una soluzione autorizzata anche dalla prefettura. “Sì, abbiamo ritenuto che potesse essere una mediazione praticabile perché ci consentiva di tenere sotto controllo la folla in un unico luogo, verificando anche che le persone indossassero le mascherine come prevede il decreto in vigore quando ci sono gli assembramenti“.

E invece. “Nel primo pomeriggio di lunedì abbiamo avuto altri contatti diretti con lo staff della Figc che ha rinnovato la richiesta di poter utilizzare l’autobus scoperto. Abbiamo spiegato a tutti che le valutazioni non erano cambiate”. Il prefetto Piantedosi spiega: “Abbiamo pensato che avrebbero fatto fermare i giocatori davanti a palazzo Chigi dopo l’incontro con il presidente del Consiglio Mario Draghi. Ci avevano assicurato che il trasferimento sarebbe avvenuto con un autobus coperto. Invece poco dopo l’uscita dal Quirinale si è aggregato un autobus scoperto con la livrea e le scritte dedicate ai campioni d’Europa“.

Lo staff del presidente Gravina ha motivato il cambio di programma “hanno sostenuto che c’era comunque già molta folla per le strade ed era forte intenzione dei calciatori di proseguire i festeggiamenti con l’effettuazione di un giro su un autobus scoperto”. “È vero che sono stati i calciatori a volerlo?”, chiede Fiorenza Sarzanini al prefetto di Roma. “Mi risulta che Chiellini e Bonucci hanno rappresentato con determinazione il loro intendimento al personale in servizio d’ordine; a quel punto non si è potuto far altro che prendere atto della situazione e gestirla nel miglior modo possibile. La complessità e la delicatezza è testimoniata dalle immagini da cui si può vedere che praticamente solo le forze di polizia indossavano la mascherina. Tutto quello che è successo ci ha profondamente amareggiati; da un anno a questa parte, anche nei periodi più difficili, a Roma abbiamo sempre cercato di applicare le misure anti-covid stimolando la collaborazione dei cittadini e delle categorie produttive piuttosto che imporre misure draconiane”, rivela Piantedosi che non ha ancora sentito il presidente Gravina “perché sono ancora amareggiato dalla mancanza di rispetto che c’è stato per il grande impegno della questura e di tutte le forze di polizia. Mi auguro che l’Italia l’anno prossimo vinca i mondiali per avere gli stessi festeggiamenti: in quell’occasione tratteremo direttamente con i calciatori”, chiude il prefetto della Capitale.

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