Ferrara, case popolari assegnate solo agli italiani. Il sindaco leghista: “Rivoluzionario”
A Ferrara per la prima volta le case popolari vengono assegnate nella loro totalità ad italiani: nelle prime 157 posizioni non c’è neanche una persona di un’altra nazionalità. Il sindaco leghista Alan Fabbri ha definito il risultato “rivoluzionario”.
Per arrivare a questi numeri, la giunta della Lega ha cambiato il regolamento comunale, dando molto più peso alla residenzialità storica dei richiedenti e aprendo l’accesso agli alloggi Acer a nuove categorie di assegnatari.
La 32esima graduatoria per l’assegnazione del comune dell’Emilia Romagna è la prima formulata in base ai nuovi criteri. In particolare, ad oggi, 259 sono le domande accolte in via definitiva, 473 quelle ammesse con riserva e 14 le escluse.
“Abbiamo ristabilito una equità sociale che era stata cancellata dai finti buonismi delle amministrazioni Pd”, ha commentato Fabbri. I 157 (su 746 domande) comprendono nuclei stranieri che hanno acquisito la cittadinanza. “Abbiamo garantito il diritto alla casa alle famiglie che da più tempo risiedono nel nostro Comune che erano da anni penalizzate“, ha specificato il primo cittadino.
“Il criterio della residenzialità storica valorizza chi da più tempo abita nella nostra città, italiano o immigrato che sia, e chi lavora e vive Ferrara contribuendo alla sua crescita e al suo sviluppo – ha proseguito il sindaco – assegnando un punteggio per ogni anno di vita a Ferrara. Oltre a questo abbiamo valorizzato le giovani coppie e i nuclei monogenitoriali, compresi quelli separati con figli, andando incontro a quelle che sono le nuove e reali necessità della popolazione. Abbiamo messo in piedi una rivoluzione dolce che porta con se un significato importante: la casa popolare non deve più essere considerata un servizio dedicato quasi esclusivamente alle famiglie immigrate, ma un servizio a disposizione di tutti, utile alle famiglie come momento di passaggio che sostiene le famiglie nella ricerca di una autonomia economica futura”.