Esponente della Lega dà una testata a un 13enne e gli rompe il naso
Un 13enne preso a testate da un esponente della Lega. È accaduto a Bellusco, in provincia di Monza, e ovviamente l’episodio è diventato un caso soprattutto dopo la denuncia, presentata dal padre del ragazzino. Sette giorni per la frattura del setto nasale la prognosi per il giovanissimo.
I fatti: il ragazzino era fuori dall’abitazione del consigliere comunale leghista con due amici. E sono stati proprio loro a spiegare l’accaduto.
Uno dei due sarebbe stato preso a “schiaffi e calci” dall’esponente del Carroccio mentre l’altro, nordafricano, insultato per la sua nazionalità.
Sul caso indagano i carabinieri, anche se il consigliere comunale ha confermato, al Corriere, l’accaduto fornendo una versione dettagliata: “Ho sbagliato, ma sono stato provocato”, ha spiegato.
Ferdinando Biella, questo il nome dell’esponente del Carroccio, chiede “scusa”.
“A mente fredda non rifarei mai quello che ho fatto”, ma, ha spiegato “sono 40 giorni che sono letteralmente preso di mira, con insulti e petardi lanciati in giardino e contro la porta della mia abitazione”.
Il consigliere, venerdì scorso, stava guardando in tv la partita Chievo-Roma quando avrebbe sentito esplodere un petardo in giardino. Così è uscito.
“Lì ho visto un gruppo di una decina di giovani. Gli ho urlato di lasciarmi in pace” ma “uno si è staccato dal gruppo e mi ha affondato”.
“Siamo arrivati a pochi centimetri di distanza. Le due teste”, spiega, “si sono toccate, poi lui mi ha tirato un calcio e ho reagito, dandogli un pugno”.
La motivazione: “Sono stato provocato e aggredito per primo. Una, due volte la settimana si fanno vivi e tirano petardi nel mio giardino che sembrano delle bombe carta”.
E ancora: “Mia moglie è invalida al 100 per cento. Ha bisogno di risposo. Di tranquillità”.
Certo, ammette, “ho sbagliato. Ma col loro comportamento mi hanno portato all’esasperazione”.
Ora, però, il consigliere leghista dovrà spiegare l’accaduto alle forze dell’ordine che stanno indagando sul caso dopo la denuncia a carico dell’esponente del Carroccio presentata dal padre del ragazzino.