“L’ha presa per i capelli e le ha sparato”: le amiche di Vanessa raccontano il femminicidio di Aci Trezza
L’ha uccisa con sette colpi e Vanessa Zappalà non ha avuto scampo: “L’ha presa per i capelli e ha iniziato a spararle”, hanno raccontato i tre amici che l’hanno vista morire davanti ai loro occhi ad Aci Trezza martedì 24 agosto, uccisa dall’ex fidanzato Antonino Sciuto.
Ylenia è una delle sue migliori amiche e ha spiegato: “Antonino è arrivato con la macchina e quando Vanessa se n’è accorta gli ha detto ‘vattene via perché chiamo il maresciallo’. Ci siamo allontanati e lui ci ha inseguito a piedi”. L’uomo aveva noleggiato una Fiat 500, aveva con sè la pistola e aveva preparato un piano che comprendeva 28 proiettili calibro 7.65.
Il padre di Vanessa, Carmelo Zappalà, aveva fatto diverse segnalazioni agli investigatori di Catania: “La aspetta, la pedina, mia figlia non esce più di casa perché ha paura”. L’8 giugno l’aveva messo a verbale, nel tentativo di fermare le violenze: “Circa 15 giorni fa io e mia figlia siamo andati a San Giovanni la Punta a casa di Antonino Sciuto, sperando di mettere fine a questa storia. C’erano anche i suoi genitori, che io avevo contattato al telefono. Abbiamo cercato un approccio conciliatore. Alla fine di tutti i discorsi, andandocene, ho detto al padre di Antonino che se lo vedevo ancora gironzolare intorno a mia figlia, sia da noi che al panificio, lo avrei denunciato. Il padre non mi ha risposto, Antonino invece mi guardato e mi ha detto in faccia: ‘Domani mi porto l’ombrellone e mi piazzo davanti al panificio, ti ci accompagno io dalle guardie'”.
I carabinieri gli avevano chiesto se Vanessa temeva per la sua incolumità e lui aveva risposto che era terrorizzata: “Non potevo sapere di cosa sia veramente capace Sciuto, ma il suo modo di agire non faceva presagire nulla di buono”. Vanessa sapeva che rischiava di essere uccisa, ma il giudice Andrea Filippo Castronuovo dopo un primo arresto, aveva scagionato il ragazzo, ritenendolo non abbastanza pericoloso.