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Home » Cronaca

“Fedez mi ha censurato”: il prete youtuber accusa il rapper. Il botta e risposta social | VIDEO

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Fedez da “censurato” a “censore”? Il rapper è finito di nuovo al centro del dibattito social dopo le accuse di don Alberto Ravagnani, sacerdote “youtuber” di Busto Arsizio (comune del Varesotto). “Fedez mi ha bloccato su Instagram. Che per le dinamiche dei social significa ‘fatto fuori’ o ‘censurato’. Peccato, io non ce l’avevo assolutamente con lui”, dice su Instagram don Alberto Ravagnani. “Per dialogare bisogna essere in due: evidentemente non vuole farlo – continua il sacerdote nel post sul suo profilo, seguito da 132mila persone – Io però rimango amichevole e disponibile”.

In passato Fedez e don Alberto Ravagnani avevano collaborato con una intera puntata di Muschio Selvaggio, il podcast condotto dal rapper con gli amici Luis e Martin Sal, e su Twitch ma ora qualcosa è cambiato. Dopo il tanto discusso discorso al concerto del Primo maggio sul ddl Zan, il prete avrebbe criticato duramente Fedez. “Sto ricevendo un sacco di brutti insulti. Non è un problema, ma mi fa ridere il fatto che derivino da un post fatto da un prete – ha spiegato Fedez in una serie di stories su Instagram – Don Alberto, che probabilmente conoscerete perché l’ho invitato ai miei podcast a parlare liberamente delle sue idee, con cui non concordo, ha fatto un post perché l’ho bloccato su Instagram. Sostiene che bloccare una persona su Instagram equivalga a censurarla”.

Una versione respinta dal cantante: “ma se ti fosse interessato così tanto avresti potuto chiamarmi. Hai il mio numero e ti ho sempre risposto” ha detto Fedez, rivolgendosi direttamente al sacerdote – sostenendo che don Alberto l’abbia “tempestato ultimamente di messaggi, alcuni dei quali ho ritenuto un po’ offensivi”. “Trovo bizzarro accusare di censura una persona che ti ha dato tanto spazio – conclude il rapper – Ti ho bloccato perché mi ‘asciugavi’ un pochino. Un’altra cosa che trovo divertentissima è essere accusato di censura da un uomo che rappresenta la più grande macchina di censura della storia dell’umanità, cioè la Chiesa“.

Non si è fatta attendere la risposta di don Alberto Ravagnani su Instagram: “Non condivido il fatto che Fedez abbia trasceso, spostando la questione sulla Chiesa e sulle mie affermazioni”. “Ha smesso di seguirmi, ma è finita lì. Ora, dopo diverse settimane, mi ha bloccato. La Chiesa e le mie idee non c’entrano con questo fatto – è il commento – È liberissimo di bloccarmi, ma segnalo una certa incoerenza. Io sono aperto e disponibile al dialogo sempre, non a periodi alterni. E il dialogo si fa sempre in due. Se io non posso parlare, non c’è dialogo”. Secondo il don, “il fatto che la mia mentalità possa essere diversa da quella di Fedez non dovrebbe essere un problema. Lo diventa se si impedisce a chi la pensa diversamente di dire la propria o non lo si ascolta. Così la diversità non diventa ricchezza, come invece potrebbe e dovrebbe essere”.

E ancora: “Fedez mi ha giustamente criticato per l’uso improprio del termine ‘censura’ e quindi mi scuso e mi rimangio quella parola perché in effetti la censura è ben altro, ma il senso rimane – ha detto su Instagram – Mi sono sentito ‘censurato’, tra mille virgolette, perché mi ha tolto la possibilità di avere un dialogo con lui e questo mi è dispiaciuto”.

Da quando Fedez ha pubblicato le sue stories sono oggetto di insulti molto pesanti da parte dei suoi follower. Ovviamente non è colpa sua, però il fenomeno è interessante: un influencer critica una persona e quella viene attaccata in massa da tutto il suo seguito. Gli influencer sono in grado di spostare le persone e anche la loro rabbia. Credo che se lui avesse usato toni diversi, rispondendo solo sull’argomento sollevato da me, non avrei ricevuto questi attacchi”, conclude don Alberto Ravagnani.

Leggi anche: 1. “Iniezioni per far diventare i bambini gay”: la candidata della Lega citata da Fedez accusò proprio me (di Elisa Serafini); // 2. Su Fedez vi state ponendo le domande sbagliate (di Giulio Cavalli); // 3. La rabbia di Fedez fa tenerezza: rappresenta tutti noi gay che subiamo violenza da anni (di Matteo Giorgi); // 4. Il monologo di Fedez contro Draghi, Lega e Rai è una rivoluzione underground (di Maurizio Tarantino); // 5. “Fedez sarebbe il primo denunciato con la legge Zan”: il Condacons contro l’artista; //6. Lillo: “Ero insieme ai dirigenti Rai al telefono con Fedez. Nessuno ha mai parlato di censura”

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