Faida tra trapper, scattano gli arresti: in carcere Simba La Rue per il sequestro di Baby Touché
Faida tra trapper, scattano gli arresti: in carcere Simba La Rue per il sequestro di Baby Touché
Una faida tra gruppi di trapper, protagonisti “di reiterati episodi di violenza”, ha portato all’arresto di nove ragazzi tra i 19 e i 25 anni. Tra i destinatari del provvedimento di custodia cautelare in carcere, eseguito dai carabinieri di Milano, c’è anche Mohamed Lamine Saida, trapper di 23 anni noto come “Simba la Rue”. Con altre tre persone, tra cui il suo manager 24enne, l’artista avrebbre preso parte al sequestro ai danni del rapper rivale Baby Touché, nome d’arte del 19enne Mohamed Amine Amagour, che il 9 giugno fu picchiato e tenuto dentro un’auto per due ore, mentre sui social venivano postate video in cui aveva il volto coperto di sangue.
Dopo il rapimento, lo stesso Simba la Rue subì un’aggressione nel bergamasco, in cui fu ferito a coltellate. L’agguato di metà giugno, su cui sta indagando la procura di Bergamo, fu poi rivendicata sui social da uno dei giovani della banda di Baby Touché.
Un esempio della “aspra conflittualità determinata dalle rivalità nella diffusione delle rispettive produzioni musicali” tra i due rivali, secondo quanto riporta l’ordinanza, che parla di gruppi governati “da regole di fedeltà reciproca e di omertà”.
Gli arresti, eseguiti tra Bergamo, Como e Lecco, riguardano nove presunti componenti della banda di Simba La Rue tra i 19 e i 25 anni, accusati a vario titolo di sequestro di persona, rapina e lesioni aggravate. Tra questi anche una ragazza di 20 anni, che avrebbe avuto il compito di sedurre i rivali per far organizzare attacchi dai complici, indossando addirittura degli auricolari per tracciare gli spostamenti.
Simba La Rue e altri cinque sono accusati anche di un’aggressione contro due giovani del gruppo rivale, che sarebbero stati pestati e colpiti anche con un coltello il primo marzo scorso per rubargli un portafoglio e un cellulare. Un fatto che, stando agli accertamenti, sarebbe stato una risposta ad un’altra aggressione subita da un ragazzo del gruppo.