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Home » Cronaca

Ecco il farmaco anti-Coronavirus che ci stanno nascondendo” fact-checking sul video dell’italiano dal Giappone

Fact-checking sul video dell’italiano dal Giappone che sta facendo il giro del mondo

Se vuoi convincere l’ascoltatore medio della veridicità delle tue affermazioni, in un discorso più o meno sensazionalistico, basta aggiungere una facile sequenza di quattro parole: “Te lo stanno nascondendo!”. Quello che da ieri ci nascondono, questo plurale indefinito che fa di solito intuire cospirazioni di poteri occulti, è ufficialmente l’Avigan, un farmaco antivirale giapponese che, secondo alcuni, sarebbe il vero segreto dietro il drastico controllo dell’epidemia di Covid-19 in Giappone. Chi ce lo nasconde, invece, è un po’ più difficile da stabilire: l’AIFA? Il governo? Il gruppo Bilderberg? Andiamo, seppur brevemente, con ordine.

Un farmacista italiano, Cristiano Aresu, si trova in Giappone e, in un video di 5 minuti pubblicato sul suo profilo Facebook, desidera farci “conoscere la verità” (altro innesco utile a farci invece dubitare di tutto ciò che verrà poi detto): si trova al Global Ring di Ikebukuro, un quartiere di Tokyo, e la gente passeggia, si assembra, genericamente vive. Niente a che vedere con l’Italia. Il motivo? Secondo Cristiano, è l’Avigan. Afferma che il Giappone stia usando questo farmaco su larga scala e che la gente, semplicemente, guarisca. Tanto da non render necessario l’utilizzo di nessuna precauzione, come si può evincere dalle immagini. E fino a qui, nessun problema. Poi arriva il blocco complottista. “Ve lo nascondono” perché “devono ancora decidere chi distribuirà il farmaco” e quindi ci sarà il solito “gioco di mazzette e marchette all’italiana” e quindi vi stanno facendo morire. Mancano i rettiliani al soldo di Soros ma ci siamo quasi.

E mi dispiace derubricare il discorso di Cristiano Aresu alla solita cazzata da catena su Whatsapp, perché dice anche cose vere. È vero che l’Avigan ha dimostrato efficacia su alcuni casi di Covid-19. È vero che il Giappone lo sta usando. È vero che in Giappone si vive, al contrario dell’Italia. Ma sono tre dati di fatto che vanno arricchiti e contestualizzati, altrimenti sembra un semplice 1+1+1=3. Ed è tutt’altro che così.

1-L’Avigan ha dimostrato efficacia per alcuni casi di Covid-19. Sì. Ma non solo lui. La lista di farmaci che hanno provato una qualche utilità nella cura del Coronavirus è leggermente più nutrita. C’è anche il Tocilizumab in fase di sperimentazione al Pascale di Napoli, ad esempio. C’è il Daunavir e alcuni inibitori delle TMSPSS2. Ci sono, a quanto pare, anche i medicamenti erbali, oltre a un’altra trentina di antivirali, nello stesso studio dell’Università cinese di Qingdao che viene usato come ‘prova provata’ dell’efficacia dell’Avigan. Va detto che quest’ultimo è a una fase più avanzata di test sui pazienti e che la sua efficacia sembra maggiore, ma stiamo parlando di un trial su 80 pazienti, più o meno lo stesso numero a cui è stato somministrato l’Avigan in Giappone. Il che ci porta al punto

2-Il Giappone lo sta usando. Sì. Ma, al 18 marzo, i pazienti trattati con l’Avigan non erano più di 80. Difficile quindi immaginare che l’intera popolazione giapponese, al momento, sia protetta da un farmaco somministrato a qualche decina di pazienti lievi. Infatti, al momento gli studi evidenziano come l’efficacia dell’antivirale sia limitata ai casi in cui la moltiplicazione del virus sia ancora contenuta, come specificano le fonti del Ministero della Salute giapponese al Mainichi Shibum, il giornale giapponese che per primo ha parlato con il Ministero dell’Avigan e di altri farmaci attualmente in fase di test. Inoltre il Giappone ha già l’approvazione clinica del farmaco, che viene usato dal 2014 per trattare l’influenza. E quindi.

3-In Giappone si vive? Sì. Come vivevamo noi quando i casi erano meno di mille. In Giappone la diffusione del virus è estremamente contenuta, i contagiati al momento sono 1012 e degli ultimi 19 individuati ieri, 14 sarebbero persone che l’hanno contratto all’estero. Qualcosa di molto diverso dal focolaio italiano, dove i contagi salgono di migliaia ogni giorno. La situazione in generale sembra sotto controllo, la curva dei nuovi casi quotidiani è in leggera flessione e questo certamente non grazie all’Avigan, che essendo un farmaco e non un vaccino viene somministrato a chi l’infezione l’ha già contratta, non a tutta la popolazione.

Il video dice quindi tre verità, ma verità aneddotiche, empiriche, fuori da un sistema. Sarebbe come dire “Incredibile, il sole è sparito!” senza aggiungere che la rotazione terreste provoca la ‘sparizione’ del sole ogni giorno. E se alle leggi della fisica quotidiana ci siamo abituati, a distinguere un’informazione utile da un’inutilmente sensazionalistica informazione probabilmente utile in qualche misura, ancora, non siamo vaccinati.

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Perché no, non “ci stanno nascondendo” nulla. “L’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha infatti attivato, in collaborazione con l’Ema, l’ente regolatorio europeo dei medicinali, una fast track, un iter veloce che consente, nel caso vengano alla luce dati su nuovi farmaci efficaci per combattere Covid-19, di approvarne l’uso negli ospedali in poche ore. I requisiti sono la disponibilità di dati sulla sicurezza dell’impiego nell’uomo”, comunica la stessa Aifa ad Adnkronos. E probabilmente, come LaRoche ha concesso gratuitamente il suo Tocilizumab a chi ne avesse bisogno per superare le crisi respiratorie da Covid-19, non si scatenerà nessun’asta selvaggia. Le “marchette e mazzette” lasciamole a Napalm51.

Il virologo Francesco Pregliasco commenta così la questione Avigan: “Vi sono alcuni studi in corso sull’efficacia che ha avuto in alcuni casi lievi, ma al momento non vi è nulla di eclatante. La sua efficacia è ancora tutta da scoprire, ma di certo non c’è nulla di ‘miracoloso’ nella sua attività. Per quanto riguarda il medicinale, si tratta di un farmaco già conosciuto, registrato nel 2014. È un antivirale che viene usato anche per l’influenza con effetti collaterali. Il farmaco che al momento sembra funzionare di più è comunque il Tocilizumab, che su una ventina di pazienti circa ha avuto degli effetti che si possono definire ‘interessanti’. Ma è ancora tutto da scoprire”.

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