Un ex tossicodipendente racconta la sua esperienza con la “droga dello stupro” del caso Morisi
Sul quarto numero del settimanale The Post Internazionale - TPI, in edicola dall'8 ottobre, la testimonianza di Federico, un ex tossicodipendente che racconta la sua esperienza con il Ghb, conosciuto anche come "droga dello stupro"
Ghb, ecstasy liquida, droga dello stupro. Federico la chiama solo “G”. Ne prendeva 32 gocce ogni due ore, ai festini sessuali cui partecipava insieme al suo compagno e ad altri uomini. Diluiva queste gocce, un liquido inodore e un po’ amaro, in un bicchiere di Coca-Cola, per poi praticare il cosiddetto “Chem Sex” cioè il sesso, sotto effetto di sostanze.
A 50 anni, dopo aver fatto uso di diverse droghe e aver rischiato la vita più di una volta, Federico ha deciso di curarsi e ha trovato sostegno e aiuto alla Fondazione Villa Maraini. Da lì racconta a TPI la sua esperienza con il Ghb, una droga che sempre più spesso finisce nelle cronache dei giornali e che di recente è tornata sotto i riflettori dopo il caso di Luca Morisi, l’inventore della “Bestia”, Ia macchina social del leader leghista Matteo Salvini.
“Posso confermare che c’è una crescita di sequestri negli ultimi anni”, spiega il colonnello della Guardia di finanza Alessandro Cavalli, direttore della divisione droghe sintetiche della Dcsa (Direzione centrale per i servizi antidroga), a proposito di questa sostanza. “Nell’ultimo anno, fino a ottobre 2021 abbiamo già quasi triplicato il dato dei sequestri dell’anno scorso. Siamo a un aumento del 180 per cento”. A crescere è anche il numero dei denunciati. “Nel 2020 le persone denunciate o arrestate erano 32. Nel 2021 finora sono state 45”. TPI ha ricostruito da dove arriva questa droga e quali sono i rischi. La dottoressa Valeria Randone, sessuologa clinica, spiega perché il “Chem Sex” è una vera dipendenza e come può essere aiutato chi ne soffre…
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