Eutanasia, Marco Cappato e Mila Welby assolti anche in appello per il caso Trentini
Il giudice della Corte d’Assise d’Appello di Genova ha confermato l’assoluzione, decisa in primo grado, per Marco Cappato e Mina Welby, rispettivamente tesoriere e copresidente dell’Associazione Luca Coscioni. I due erano accusati di aiuto al suicidio per l’assistenza offerta al 53enne Davide Trentini, malato di sclerosi multipla dal 1993 e morto in una clinica in Svizzera il 13 aprile 2017. Il procuratore generale di Genova Roberto Aniello aveva chiesto la conferma dell’assoluzione.
Nel 2016 Davide Trentini si era rivolto all’associazione Luca Coscioni per mettere fine alla sua lunga sofferenza. Mina Welby lo aveva accompagnato in Svizzera, aiutandolo in tutte le procedure burocratiche. Marco Cappato, invece, aveva raccolto, attraverso l’associazione Soccorso Civile Sos Eutanasia di cui fanno parte entrambi insieme a Gustavo Fraticelli, i fondi mancanti per pagare la clinica Svizzera.
Entrambi erano imputati per aver aiutato Davide Trentini a raggiungere la Svizzera e ottenere il suicidio assistito, dunque per il reato di cui all’art. 580 del codice penale in concorso fra loro, (istigazione o aiuto al suicidio).
La sentenza di primo grado emanata a luglio 2020 dalla Corte di Assise di Massa, aveva stabilito che il fatto non costituisce reato per l’aiuto al suicidio e non sussiste per l’istigazione al suicidio. Con la decisione si era creato un importantissimo primo precedente di interpretazione alla sentenza della Corte Costituzionale intervenuta a dicembre 2019 sul caso Cappato/Dj Fabo. I giudici d’appello hanno confermato la sentenza di primo grado.
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