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La risposta giusta è una, anzi tutte: gli errori nel concorso per docenti di sostegno dell’Università europea di Roma

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Foto di archivio

Dopo le presunte irregolarità sulla prova preselettiva per il concorso per aspiranti insegnanti di sostegno all’Unint (di cui abbiamo scritto qui) TPI torna a occuparsi del cosidetto “Tfa Sostegno“, stavolta per alcuni errori nella prova a quiz per la scuola secondaria di secondo grado organizzata dall’Università europea di Roma il primo ottobre 2020, a Fiera di Roma.

Anche in questo caso, si tratta della prova d’accesso per i corsi di specializzazione organizzati dalle università italiane che consentono di ottenere l’abilitazione come insegnanti di sostegno: un titolo che corrisponde di fatto a un lavoro sicuro, data la sistematica carenza di docenti di sostegno (e ancora di più di quelli specializzati) nel nostro Paese. La prova, secondo quanto previsto dal bando dell’Università europea di Roma, consisteva in un “test preliminare”, formato da “60 quesiti formulati con 5 opzioni di risposta chiusa, fra le quali il candidato dovrà individuarne una, quella esatta“.

“Al contrario di quanto scritto sul bando, in diversi dei quesiti c’era più di una risposta corretta, in una addirittura erano tutte corrette”, racconta a TPI una dei partecipanti, che chiede di restare anonima. In effetti, dal correttore pubblicato online dall’università, si vede che una domanda ha due risposte corrette, un’altra ne ha tre, e in una addirittura tutte le cinque risposte erano corrette. Impossibile sbagliare, dunque, ma anche una possibilità in meno per un candidato di mostrare la sua preparazione.

“Queste risposte, peraltro, sono state appuntate a penna sul correttore, e senza un comunicato che chiarisse in modo trasparente la posizione dell’Università in merito alla strana questione delle domande ambigue“, ha sottolineato un’altra concorrente a TPI, sostenendo che: “Il test preliminare sottoposto ai candidati è palesemente contrario a quanto indicato nel bando ufficiale, inficiando la trasparenza e la correttezza della prova”.

Inoltre, l’Università ha indicato come corretta la risposta a una domanda, la numero 43, che in realtà è sbagliata. La domanda chiede chi sia l’autore del volume: “Lezioni di didattica e Ricordi di esperienza magistrale”. La risposta corretta è la D, Giuseppe Lombardo Radice, invece nel correttore è segnata come tale l’opzione E, che indica Giuseppe Vidari (che non esiste, ma probabilmente il riferimento era al pedagogista Giovanni Vidari).

Concorso per il sostegno, il chiarimento dell’Università europea di Roma

Contattata per un chiarimento sulla prova, l’Università europea di Roma ha specificato che la presenza di più risposte corrette non danneggia nessun candidato, anzi agevola chi ha dato anche una risposta che poteva considerarsi al pari corretta. Ha ammesso inoltre un “errore di stampa” nella risposta numero 43. “Purtroppo quando abbiamo fornito alla ditta che ha effettuato le correzioni il file excel con le risposte c’è stato questo errore e non ce ne siamo accorti”, spiega a TPI la professoressa Loredana Giani, presidente della Commissione di selezione per il sostegno e professore ordinario di diritto amministrativo dell’Università europea di Roma.

“Quando ce ne siamo accorti, abbiamo subito verificato se nella graduatoria degli ammessi sarebbero dovuti entrare altri candidati che avevano risposto correttamente”, prosegue la professoressa. “Questo non è successo, perché tutti coloro che hanno fornito la risposta D sono comunque in una posizione utile in graduatoria. Adesso provvederemo comunque a una rettifica della graduatoria, correggendo l’errore”, assicura. “Chi ha dato la risposta corretta comunque non è penalizzato, perché la prova preselettiva quest’anno non va a fare media con i risultati delle altre prove”.

Leggi anche: 1. Concorso per insegnanti di sostegno alla Unint, testimoni a TPI: “Una farsa, buste aperte e risultati anomali” /2. Scuole senza prof: perché l’assegnazione delle cattedre è (anche quest’anno) in ritardo /3. Il far west delle università telematiche: così i docenti si comprano master e certificazioni in tempi record per salire in graduatoria e accedere al concorsone

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