Le rivelazioni di Pietro Orlandi a Verissimo: “Emanuela segregata a Londra perché incinta”
Le rivelazioni di Pietro Orlandi a Verissimo: “Emanuela era incinta”
Emanuela Orlandi potrebbe essere stata segregata a Londra perché incinta: è quanto rivelato da Pietro, fratello della ragazza scomparsa misteriosamente quarant’anni fa.
Ospite di Verissimo, Pietro Orlandi ha mostrato un documento inedito che apre nuovi scenari sulla scomparsa di Emanuela: “L’ho ricevuta da una persona che mi ha contattato un anno fa. Si è presentato da me, dicendomi di averla vista a Londra”.
La capitale del Regno Unito era già stata tirata in ballo in alcuni documenti ritrovati in una cassetta di sicurezza del Vaticano nei quali c’era una nota per le spese sostenute per il mantenimento della ragazza dal 1983 al 1997.
“Emanuela Orlandi è passata per Londra dopo il rapimento. Ho trovato documenti in cui ci sono riscontri” ha dichiarato Pietro Orlandi rivelando che, secondo la sua fonte, la ragazza non viveva insieme ad altre giovani.
“Lui dice che Emanuela era in un appartamentino di fianco al suo, all’interno di questo ostello dei padri scalabriniani. Oltre al convitto avevano anche appartamentini singoli adiacenti alla struttura e loro, quest’uomo insieme ad altri, stavano in quello di fianco”.
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“Per me è una pista molto veritiera, lui sa questa cosa perché era lì. Mi ha raccontato ciò che sarebbe successo. La lettera è stata inviata dal cardinale Poletti all’ex segretario di Stato inglese e segretario del Ministero della Difesa. Dalla lettera si legge: ‘Egregio dottor Cooper, la ringrazio per essersi messo a disposizione in prima persona per la risoluzione immediata del problema totalmente inaspettato e indesiderato. Come sono sicuro le sia stato spiegato dai miei collaboratori nel Regno Unito, e avrà sicuramente appreso dai giornali internazionali, la signorina Emanuela Orlandi, è stata protagonista di vicende di primaria importanza nel panorama diplomatico internazionale ed è tuttora di vitale primaria importanza che la signorina Orlandi rimanga viva e in salute, per quanto con le apostoliche sedi è chiara la visione del Vaticano nello stabilire che anche un feto all’interno del grembo materno possiede un’anima, comprendo la sua preoccupazione ed essendone coinvolto in prima persona condivido anche parte del suo pensiero. Pertanto accetto il suo invito a Londra informandola che partirò per il Regno Unito il giorno 24 febbraio'”.
La lettera è datata primo febbraio 1993. “Tutto ciò è molto vicino al mio pensiero, su quello che è successo a Emanuela” aggiunge Pietro.
“A riprova di ciò, ci sarebbe l’intestazione prestampata del vicariato del Vaticano. Ma domani diranno che è falsa perché Poletti nel ’93 non era più vicario. Nei ‘documenti particolari’ erano inserite degli elementi come intestazioni vecchie per cui nel momento in cui fossero stati resi pubblici, sarebbe stato possibile dire che erano falsi”.
Secondo questo documento, quindi, Emanuela Orlandi era incinta e questo spiegherebbe anche il perché delle spese mediche sostenute dal Vaticano presso la Clinica St. Mary.
“Dove potrebbe essere stata ricoverata – ha aggiunto Pietro Orlandi – forse per interrompere la gravidanza. Per cui è stato chiesto aiuto da parte del Vaticano allo Stato Inglese. È stato coinvolto un ex rappresentante delle istituzioni inglese. Se non mi convocheranno, andrò all’ambasciata inglese”.