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Home » Cronaca

L’ennesimo mistero su Emanuela Orlandi: “La sua agenda presa dai servizi segreti e consegnata alla polizia un mese dopo”

Immagine di copertina

Il mistero dell’agenda di Emanuela Orlandi: “Presa dai servizi segreti”

La scomparsa di Emanuela Orlandi continua a suscitare riflessioni, soprattutto sui dettagli che potrebbero essere sfuggiti agli investigatori.

Emanuela Orlandi: i diari fotocopiati

Il 20 luglio 1983, quasi un mese dopo la scomparsa della giovane cittadina vaticana, arriva alla Questura di Roma un documento pubblicato in esclusiva dal settimanale Giallo. Secondo il settimanale, il documento era stato inviato dal Ministero dell’Interno e classificato come “riservato”. Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela, ha raccontato che i servizi segreti si erano installati in casa loro, e lo ha ribadito recentemente davanti alla Commissione Parlamentare d’Inchiesta.

Come sottolinea Giallo, un mese dopo la scomparsa di Emanuela, alla polizia di Roma vengono inviate alcune pagine fotocopiate del suo diario scolastico, “occasionalmente acquisito” dai servizi segreti. Ma perché il diario di Emanuela si trovava nelle mani degli agenti segreti quasi un mese prima di essere consegnato agli inquirenti? Cos’altro è stato prelevato dalla camera della ragazza?

La falsa storia sull’amore con il Papa

Il settimanale Giallo ha rivelato un altro dettaglio: nel diario di Emanuela, una compagna di classe fa riferimento a una presunta relazione sentimentale tra Emanuela e un certo “Giovannino”, poi identificato come “G.P.II”, Giovanni Paolo II.

“Si tratta solo di uno scherzo un po’ pesante tra amiche,” precisa il settimanale. Tuttavia, proprio da queste parole sono nate le infamanti accuse al Santo Padre e al Vaticano, costruite nel corso degli anni.

Pietro Orlandi, però, deve ancora confrontarsi con chi crede che ci fosse una relazione tra Emanuela, allora 15enne, e un membro della Chiesa, e con chi si chiede perché la ragazza avesse fatto tante assenze a scuola. “Sono stufo,” ha dichiarato Pietro Orlandi a Fanpage, “Tirano sempre fuori la storia dei diari e quella delle assenze. Si chiedono dove andasse invece di stare a scuola. Ma quell’anno fece 13 assenze, tutte giustificate da mia madre.” Ha aggiunto, con amarezza, che le indagini spesso mettono in discussione la dignità della sorella, quando invece “dobbiamo andare verso la verità.”

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