Franchi risponde agli attacchi: “Mi sono espressa male, ma non tutte le donne possono affrontare i sacrifici del mondo della moda”
“Riconosco di essermi espressa in modo inappropriato ma i fatti parlano chiaro: nella mia azienda su 300 dipendenti, l’80 per cento è donna di cui la maggioranza under40 e le donne manager sono il doppio degli uomini. In sostanza ho assunto più donne che uomini e per la maggior parte giovani”, così l’imprenditrice Elisabetta Franchi in una nota diffusa per rispondere alle polemiche scatenate dal suo intervento su “Donne e Moda” nel corso dell’evento organizzato dal Foglio e Pwc Italia a Milano, che secondo i critici ha giustificato le discriminazioni che le donne subiscono sul lavoro: ammettendo di assumere solo donne “anta” (over 40) nei ruolo dirigenziali o, diversamente, uomini, per non rischiare di dover affrontare assenze prolungate motivate dalla maternità e dalle incombenze delle lavoratrici under 40, Franchi sembra essersi adattata, con la sua policy aziendale, alle storture di un mercato in cui le madri lavoratrici vengono lasciate sole.
“Lavorare nel mondo della moda richiede disponibilità, reperibilità, ritmi serrati, dedizione e spesso tutto ciò che coincide con grandi rinunce riguardo alla propria sfera privata, quello che io come capo d’azienda per prima ho dovuto fare per garantire continuità e presenza al lavoro. Sacrifici che non tutte le donne posso affrontare, anche per l’impossibilità per molte di loro, pur volendo, di rientrare al lavoro dopo la maternità per mancanza di supporti famigliari e sociali che impedisce loro di proseguire con successo il proprio percorso professionale. Di fatto le donne sono tutt’ora costrette a scegliere tra l’essere madri e l’essere donne lavoratrici”, continua la nota firmata dalla stilista 53enne emiliana”. Sulla questione dell’età dei dirigenti che assume nella sua azienda (solo “anta” che hanno già fatto “tutti i giri di boa e possono lavorare h24″, aveva detto”), conclude: “Solitamente si arriva a un ruolo dirigenziale, che è diverso da quello manageriale, dopo anni di esperienza sul campo e spesso coincide con gli ‘anta’, ma questo vale anche per gli uomini”.
Ma le polemiche per il momento non sembrano essersi placate: le repliche al suo post fanno notare come non siano arrivate le scuse per le sue dichiarazioni. “La toppa è peggio del buco“, ha scritto qualcuno. “La cosa triste è essersi vantati di questa strategia aziendale. Denota poca intelligenza. Se non è così è ancora peggio”, ha osservato un altro utente. “Oltre ad ospitare i cani magari fare un asilo in azienda per i figli delle tue dipendenti…”, ha suggerito un altro. E ancora: “Ok, ma ti richiamo quando ho fatto il quarto giro di boa”.