“Ecce homo erectus”: il manifesto blasfemo spuntato a Roma e rimosso dopo le polemiche
“Ecce homo erectus”: rimosso il manifesto blasfemo a Roma
Nella mattina di oggi, lunedì 16 dicembre 2019, a Roma è scoppiata una polemica per un manifesto blasfemo appeso su un vetro all’esterno del museo Macro: nella stampa si vede Gesù con le stimmate, l’aureola e un’erezione in corso che posa la mano sulla testa di un bambino inginocchiato e con sopra la scritta “Ecce homo erectus“.
La foto del manifesto ha fatto il giro del web, suscitando molte reazioni indignate. Al punto che dopo poche ore l’Azienda speciale Palaexpo (che ha in gestione il museo Macro) ha deciso di rimuovere il manifesto ammettendo che il messaggio al suo interno fosse “inequivocabilmente blasfemo”.
Prima che il manifesto venisse rimosso, la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni aveva fatto un appello alla sindaca di Roma, Virginia Raggi, affinché procedesse alla rimozione della stampa: “Non riesco a capacitarmi di come qualcuno abbia potuto autorizzare questo scempio dentro un museo comunale. Questa vergogna deve sparire subito, i responsabili siano sanzionati”, ha scritto Meloni.
A farle eco anche il collega di partito Fabrizio Ghera, consigliere regionale del Lazio, che ha pubblicato sulla sua pagina Facebook la foto del manifesto con la scritta “Ecce homo erectus”: “È inaccettabile che roba del genere venga esposta al pubblico, in un museo importante della città – peraltro con fondi pubblici – e frequentato anche da famiglie”, ha scritto.
Il manifesto con la scritta “Ecce homo erectus” non è una novità assoluta per la Capitale, visto che uno analogo (ma con uno sfondo arancione al posto di blu) spuntò anche nel 2017, in molte fermate dei bus, accanto a un’altra stampa con due donne con un bambino in braccio e la scritta “Immacolata Conceptio in Vitro”.
In quell’occasione, RomaToday aveva addirittura intervistato i due ideatori dell’immagine (Hogre e DoubleWhy), che spiegarono di aver voluto dare un segnare contro le “idee imposte su tematiche come il genere, la spiritualità, la sessualità e la morale”. L’immagine, avevano spiegato i due, “descrive e critica il ruolo che viene assegnato all’uomo nella nostra società patriarcale: un muscolo in tensione, sottomesso per sottomettere, pronto a sacrificarsi per gli ideali di qualcosa di più alto e altro da lui: il padre, lo stato, Dio”.