Draghi: “Dobbiamo ridurre la dipendenza dal gas russo”. E apre al nucleare
Draghi: “Dobbiamo ridurre la dipendenza dal gas russo”. E apre al nucleare
Accoglienza dei profughi, attenzione ai prezzi dell’energia, via libera al nucleare e più investimenti sulla transizione energetica. Di questo ha parlato ieri il presidente del Consiglio Mario Draghi nel corso del Question Time alla Camera. Il premier, che oggi e domani sarà a Varsailles per il vertice europeo, ha spiegato che il governo segue “con grande attenzione le conseguenze” della crisi in Ucraina, “il governo non può fermare questi eventi, ma possiamo muoverci con rapidità e decisione come abbiamo fatto e come continueremo a fare per difendere il potere di acquisto delle famiglie e la competitività e la sopravvivenza delle imprese”. I 16 miliardi stanziati per i primi sei mesi dell’anno quindi “non saranno sufficienti”.
Poi dal premier è arrivata una critica al governo Renzi: “L’aumento dell’import dopo l’invasione della Crimea (nel 2014, ndr) fu una sottovalutazione incredibile. Siamo al lavoro per ridurre la dipendenza dal gas russo in tempi rapidi, che non è ovvio come compito ma è necessario farlo – ha detto -. Vogliamo rispettare l’obiettivo 70 gigawat di rinnovabili nel 2026 se si sbloccano le autorizzazioni, siamo impegnati nella produzione di diversi gigawat di eolico offshore grazie ad una semplificazione delle autorizzazioni, c’è anche il ricorso al biometano con l’obiettivo di 200mila tonnellate nel 2023 ed un incremento di 50 mila nel successivo triennio. La ricerca è fondamentale in ogni ambito”.
Per diversificare le fonti di energia “aumentiamo la produzione di gas, con 5 miliardi di metri cubi” e l’incremento sarà ottenuto “sfruttando le concessioni esistenti tra 2022 e 2031. I nuovi volumi saranno offerti alle industrie con una riserva di almeno un terzo alle piccole e medie imprese”. Strategia che prevede anche la “massimizzazione della capacità di rigassificazione già esistente sia sulla acquisizione di nuovi rigassificatori”. Infine Draghi ha aperto al nucleare ricordando che “l’impegno tecnico ed economico è concentrato sulla fusione a confinamento magnetico, che attualmente è l’unica via possibile per realizzare reattori commerciali in grado di fornire energia elettrica in modo economico e sostenibile. La strategia europea per l’energia da fusione è sviluppata dal Consorzio EUROfusion, che gestisce fondi Euratom pari a oltre 500 milioni di euro per il periodo tra il 2021 e il 2025. Questo consorzio prevede l’entrata in funzione del primo prototipo di reattore a fusione nel 2025-28”.