Nell’ultima telefonata tra Mario Draghi e la presidente della Commissione, il premier italiano ha ribadito il concetto espresso durante il suo primo consiglio europeo, cioè la necessità di accelerare le consegne dei vaccini costringendo le società del Big Pharma a rispettare gli impegni anche attraverso rimedi drastici come il blocco delle esportazioni.
Draghi fa il sovranista: il premier blocca l’export del vaccino AstraZeneca verso l’Australia
Il governo di Mario Draghi ha disposto il divieto di esportazioni delle fiale del vaccino per il Covid-19 prodotto da AstraZeneca. La decisione è stata presa in accordo con la Commissione europea e arriva come reazione ai tagli delle forniture della casa farmaceutica.
L’Italia è stata il primo stato membro dell’Ue ad intervenire in tal senso dall’approvazione del nuovo meccanismo europeo di controllo dell’export sui vaccini lanciato dalla Commissione europea lo scorso 30 gennaio. Il nostro governo ha chiesto infatti di bloccare 250mila dosi di AstraZeneca (infialate ad Anagni) destinate all’Australia, tra l’altro un Paese che in questo momento non è inserito tra quelli più vulnerabili per la pandemia. In questo modo adesso questo lotto potrà essere ridistribuito tra i Paesi Ue.
La decisione è stata trasmessa ufficialmente venerdì scorso da Roma a Bruxelles e l’Ue non ha fatto ostruzione, anche perché il lotto sequestrato verrà adesso redistribuito tra gli altri Paesi membri. Il provvedimento è conforme alle disposizioni stabilite del Meccanismo di controllo dell’export deliberato dalla Commissione europea lo scorso 30 gennaio. Nonostante la legittimità della scelta e i ripetuti ritardi nelle consegne dei vaccini da parte delle diverse aziende, è la prima volta che viene attivata questa clausola da uno stato membro.
Il motivo sarebbe proprio da ricondurre al mancato rispetto dei termini del contratto che l’Italia, ma anche la Commissione, imputa ad AstraZeneca. Se Pfizer e Moderna stanno rientrando nelle quantità stabilite nei contratti, AstraZeneca ha comunicato anche per il secondo trimestre una riduzione delle dosi di un altro 50%. Questo nonostante, secondo gli addetti ai lavori, circa un terzo delle fiale prodotte in Europa sarebbero state vendute fuori dall’Unione.
La decisione dell’Ue di bloccare l’esportazione di vaccini contro il Covid-19 verso l’Australia è la “prova della disperazione degli Paesi”: le autorità di Canberra replicano al ‘no’ italiano all’esportazione di 250mila dosi del vaccino di AstraZeneca, osservando che qualcuno sta cercando di “violare le regole”: “Il mondo è in un territorio inesplorato al momento, non sorprende che alcuni Paesi violino le regole”. “Questa è una dimostrazione di quanto bene continui a fare l’Australia rispetto alla disperazione di altri Paesi”, ha aggiunto, parlando a Sky News Australia, il ministro delle Finanze, Simon Birmingham.
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