“Lei consenziente, doveva essere un gioco”: i verbali dell’interrogatorio di Ciro Grillo
“Doveva essere un gioco”. Così spiega ai carabinieri Ciro Grillo quanto accaduto la notte tra il 16 e il 17 luglio 2019 nella casa in Sardegna.
Il ragazzo, oggi 20enne, figlio del garante del Movimento 5 Stelle, è accusato di violenza sessuale di gruppo aggravata dall’uso di alcolici insieme a Edoardo Capitta e Vittorio Lauria. “Doveva essere un gioco”, dice ai carabinieri, “e poi siamo andati un po’ più in là”. Queste esternazioni emergono dall’interrogatorio del 29 agosto 2019, dopo che i cellulari erano già stati messi sotto sequestro. Grillo sostiene che Silvia, nome di fantasia della studentessa italo-norvegese, avesse “lasciato intendere” di voler appartarsi anche con loro tre dopo il “rapporto”(lo stupro, secondo la procura e secondo Silvia) con Francesco Corsiglia. “A quel punto – continua il verbale – le abbiamo detto: allora andiamo in camera”. In camera da letto sarebbe iniziato “un gioco”, come lo definisce Ciro, andato più in là, degenerato.
Come riporta Repubblica, dopo l’episodio, nell’appartamento accadono ancora due cose, come si deduce incrociando le testimonianze dei presenti: Silvia, in lacrime, va a svegliare l’amica Roberta, che dorme sul divano, e le spiega, “senza entrare troppo nei dettagli” secondo Roberta, quanto successo in camera da letto; Silvia, Corsiglia e altri due del gruppo dei genovesi escono e in macchina raggiungono un tabaccaio, per poi fare rientro a casa. È Corsiglia a guidare l’auto, l’unico del gruppo dei genovesi ad avere la patente. Si sono fatte ormai le nove di mattina. Corsiglia va a letto a dormire. E arriviamo alla scena del patio.
Nel corso dell’interrogatorio, Ciro avrebbe raccontato che “Silvia ha bevuto qualche sorso di vodka. Ha bevuto soltanto lei e senza che nessuno di noi la costringesse. Dopo la vodka ricordo che abbiamo parlato in modo scherzoso di Corsiglia e del fatto che erano stati insieme”. La difesa quindi parla di “qualche sorso di vodka” bevuto spontaneamente, non mezza bottiglia fatta bere a forza (come racconta invece lei) né di “un quarto” di bottiglia bevuto “per sfida”, come ha detto Lauria in una intervista rilasciata al programma Non è l’arena.
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