Anziana di 85 anni detenuta nel carcere di San Vittore: “Non è autosufficiente, è finita l’umanità”
Non l’hanno trovata durante un controllo per verificare che rispettasse la detenzione domiciliare alla quale era stata condannata, così la Procura di Milano le ha revocato il decreto di sospensione dell’esecuzione della pena e l’ha spedita in carcere a San Vittore. La donna in questione, però, ha 85 anni. È stata condannata a 8 mesi per occupazione abusiva di un alloggio, che stava scontando ai domiciliari in una roulotte di un campo nomadi ai margini del capoluogo lombardo. Da due settimane si trova nella struttura penitenziaria, nonostante non sia autosufficiente e abbia bisogno di assistenza costante da parte degli operatori e delle altre detenute.
“Il carcere – spiega Valeria Verdolini, responsabile della sede lombarda dell’associazione Antigone – si trova a dover gestire una situazione che non dipende dal penitenziario, il problema è quando si decide di portare in carcere una persona di 85 anni”. Il garante dei detenuti del Comune di Milano, Franco Maisto, ha incontrato l’anziana detenuta, che non è in grado di orientarsi né di dire quanti anni ha. “Non parla ed è di una gracilità assoluta – ha detto Maisto – e mi meraviglio che sia stata data esecuzione a questa misura di carcerazione. Era una pena da differire o sospendere. È finita l’umanità di questi tempi. Nessuno l’ha proprio guardata in faccia, questa detenuta”. Una segnalazione è stata inviata al Tribunale di sorveglianza affinché intervenga per scarcerare l’anziana donna, che per adesso resta ancora a San Vittore.
“La vicenda investe due questioni – dice Verdolini – la sempre maggior frequenza con cui persone anche ultrasettantenni o ultraottantenni entrano in carcere, e la questione centrale della residenza, che impedisce una vera e propria presa in carico da parte dei servizi, lasciando al penitenziario l’onere di gestione residuale”. Patrizio Gonnella, presidente di Antigone, riporta i dati sui detenuti anziani nelle carceri italiane: “Al 30 giugno 2022 si contavano 1.065 detenuti che hanno più di 70 anni, quasi il 2 per cento della popolazione detenuta. Un numero che negli anni recenti è in costante crescita. Serve grande attenzione per la loro condizione e, dinanzi pene brevi da scontare o residue, è fondamentale trovare alternative alla detenzione”.