Anche i disabili hanno diritto al sesso: “La prima volta”, il crowdfunding per abbattere il tabù
Anche i disabili hanno diritto al sesso: “La prima volta”, il crowdfunding per spronare lo Stato a regolamentare la figura dell’assistente sessuale
Fare informazione e sensibilizzare sul tema delicato del sesso per persone disabili: è questo che si propone il collettivo Lorem Ipsum che ha lanciato il progetto di crowdfunding “La prima volta”.
Con il ricavato verrà realizzata una video inchiesta volta a investigare come “i disabili (non) siano messi nella condizione di vivere e sviluppare liberamente la loro sessualità”. Eppure, al riguardo, la Costituzione parla chiaro: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge”. Ma questo principio di uguaglianza sembra disintegrarsi completamente quando si parla di cittadini in carrozzina e sesso.
“Uomini e donne che arrivano all’età adulta senza aver mai conosciuto il corpo di un’altra persona, e spesso neppure il proprio. O, nei casi più disperati, genitori abbandonati dallo Stato che, per aiutare i loro figli, arrivano a masturbarli”, si legge nel progetto di crowdfunding lanciato sulla piattaforma Produzioni dal Basso.
Ma non tutto è fermo. Grazie a Max Ulivieri è nata l’associazione LoveGiver, che dal 2013 si propone di prendersi cura del benessere psicofisico dei disabili. Come? Attraverso una figura professionale specifica, quella dell’operatore all’emotività, all’affettività, alla sessualità (Oeas). Ovvero una guida che porta il disabile alla scoperta del proprio corpo e della propria sessualità, per poterla poi vivere in modo libero e autonomo.
Max Ulivieri con la sua associazione ha cercato di sopperire a una falla enorme nel nostro sistema giuridico, perché ciò che manca in Italia è proprio una legge che regolamenti la figura dell’assistente alla sessualità.
L’idea del collettivo è quella di raccontare storie che arrivino da ogni angolo d’Italia, attraverso le testimonianze del fondatore del comitato LoveGiver Max Ulivieri, ma anche dei genitori di alcuni ragazzi disabili, del sessuologo dell’Istituto Italiano di Sessuologia Scientifica Fabrizio Quattrini, di un Oeas (Operatore all’emotività, all’affettività e alla sessualità per persone con disabilità), dell’Associazione Luca Coscioni e ovviamente dei diretti interessati.
Il risultato sarà una videoinchiesta della durata di circa 30 minuti: “il fulcro del progetto, a dispetto del titolo scelto (volutamente ambiguo), sarà su tutte ‘le prime volte’ che precedono l’atto sessuale. Carezze, abbracci, baci. Quel contatto umano che sostanzia proprio il lavoro dell’assistente sessuale alla disabilità. Troppo spesso, per via di una pessima informazione sul tema, associato o avvicinato alla prostituzione”.
Il progetto si propone di mostrare da vicino il lavoro di un Oeas, il suo rapporto con il disabile e il tentativo di riempire un vuoto legislativo che pesa tantissimo sulla vita di molti che in silenzio subiscono una condizione inaccettabile. Per questo “La prima volta” cerca di andare oltre e, mentre esplora il “tabù” della sessualità dei disabili, sprona lo Stato a garantire che il il diritto alla sessualità a tutti, disabili compresi.
Per donare, clicca qui: La prima volta.