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“Per noi era come un figlio, sarebbe diventato un bravo chef”: parla il direttore dell’hotel dove lavorava Willy

Immagine di copertina
Credit: ansa foto

“Erano quasi due anni che lavorava per me. Era il più piccolo dello staff, era l’amico, il figlio per tutti, un ragazzo fenomenale che pensava a fare il suo lavoro nel miglior modo possibile. Willy non badava all’orario, se c’era da dare una mano era sempre pronto ad aiutare tutti. Non l’abbiamo mai sentito alzare la voce, mai ribellarsi agli ordini dello chef, mai qualcuno ha avuto da ridire su di lui. Gli volevamo tutti bene. Manca tanto”.

É un racconto commosso quello che fa a TPI Nazareno d’Amici, il direttore dell’Hotel degli Amici di Artena, dove Willy lavorava come aiuto cuoco. Mentre a Colleferro proseguono le indagini sull’omicidio del 21enne italo-capoverdiano morto dopo un pestaggio nella notte tra sabato 5 e domenica 6 settembre, d’Amici delinea con noi un ritratto del ragazzo che in quell’hotel era considerato uno di famiglia.

Quando avete appreso la notizia?
La mattina dopo l’omicidio. Non credevamo a quello che sentivamo, fin quando non abbiamo visto i documenti ufficiali che confermavano fosse lui. Non pensavamo si potesse aggredire un ragazzo che non fa male a nessuno, quando abbiamo saputo la verità su quello che è successo, ossia che è andato a difendere un vecchio amico di scuola e 5 bestie l’hanno aggredito, siamo stati male. Nemmeno una bestia farebbe questo, su un ragazzino di 1,80 per 45 kg. Quelli sono animali prima che assassini.

IL PROFILO: Sognava di diventare come Totti”: chi era Willy Monteiro

Voi li conoscevate?
No, siamo al confine tra Artena e Colleferro, abbiamo dei collaboratori di Artena, fortunatamente Artena non è quella. Nessuno mai li denunciava, perché le persone hanno paura. Nel 2020 vogliamo dichiarare che siamo liberi ma non lo siamo se ancora succedono queste cose. Quattro persone che si credono i signori del mondo con le loro arti marziali lo hanno spappolato. Uno almeno avrebbe dovuto dire “ma che stiamo facendo”. Sono peggio delle bestie, le bestie lo fanno per fame, non per il gusto di aggredire, c’era lo sfregio di uccidere. Che male aveva fatto Willy? Vedremo la magistratura cosa farà. Servono pene esemplari e durature.

Com’è il clima in albergo?
Nessuno vuole più parlare, siamo tutti con le lacrime agli occhi, era il piccolino dello staff.

C’è qualcosa che vuole ricordare di Willy?
Sabato sera era dispiaciuto perché un cliente si era lamentato che il pesce era troppo cotto. Ho visto il piatto che rientrava e ho notato che i clienti avevano comunque mangiato tutto il pesce. Ho detto “Willy, ti sei dispiaciuto ma vedi che lo hanno finito”. Era bruciata solo la crosta fuori. Lui, anche se era una cosa stupida, stava con la testa bassa, prima di andare via sono passato a salutarli e ho detto “Willy che hai? Stasera hai fatto i dolci, mi hai fatto fare bella figura”. E lui mi ha detto “no perché mi dispiace per il pesce”. Si sentiva in colpa; un ragazzo di 20 anni che la pensa così, è tutto dire. Willy sarebbe diventato un bravo chef, ci teneva. Stava apprendendo, stava crescendo molto. La sua unica colpa è che non è cresciuto nei muscoli ma nel cervello. In un mondo che non ha cervello. Non è accettata una cosa del genere. Qui è la giungla.

Come pensa si evolveranno le indagini?
Speriamo che la giustizia faccia il suo corso in una maniera normale, non anormale.

Avete intrapreso qualche iniziativa?
Abbiamo iniziato una raccolta fondi a favore della famiglia, ci tengo molto. Voglio sottolineare che l’iban è quello della famiglia. Una famiglia molto dignitosa. Gente in gamba. Li ho conosciuti tra domenica e lunedì, purtroppo in questa triste circostanza, e ho capito Willy da che famiglia veniva. Lo facciamo per lui che lavorava anche per la famiglia, era orgoglioso di portare un contributo a casa. È Willy che sta portando qualcosa alla famiglia.

Tutti gli approfondimenti di TPI sull’aggressione di Colleferro: 1. LA CRONACA: 21enne interviene per difendere un amico: massacrato a morte dal branco / 2. LA RICOSTRUZIONE: “Vi prego basta, non respiro più, così è morto Willy / 3.LA BIO: “Sognava di diventare come Totti”: chi era Willy

4. I PROFILI: Dal culto per le arti marziali ai precedenti per spaccio: chi sono gli aggressori di Willy Monteiro / 5. IL DETTAGLIO: Uno degli aggressori di Willy Monteiro insegnava arti marziali ai bambini / 6. LE OPINIONi: Se a uccidere un bianco fossero stati 4 neri sarebbe scoppiato il finimondo (di G. Cavalli) e Quel gesto vigliacco e codardo: infierire sul corpo di Willy quando era già in terra (di Lara Tomasetta) 

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