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Scarcerazione boss, dopo il documento pubblicato da TPI e Non è l’Arena si dimette il capo del Dap Basentini

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Nei giorni scorsi TPI e Non è l'Arena hanno pubblicato in esclusiva l'ordinanza che ha permesso la scarcerazione dal 41 bis di Pasquale Zagaria, fratello del boss del clan dei Casalesi. Oggi le dimissioni di Basentini: "Polemiche infondate"

Le dimissioni del capo del Dap Basentini dopo le polemiche sulla scarcerazione boss

Qualche giorno fa TPI, il collaborazione con Non è l’Arena, ha pubblicato in esclusiva il testo dell’ordinanza che ha permesso la scarcerazione dal 41 bis di Pasquale Zagaria (fratello di Michele, boss del clan dei Casalesi) per potersi curare dopo che la sua clinica è diventata un centro Coronavirus: a causa delle polemiche sorte in Italia, però, oggi il capo del Dap (Dipartimento dell’amministrazione penitenziariaFrancesco Basentini ha comunicato le sue dimissioni al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Il suo addio alla guida del Dap, chiesto da tempo da più forze politiche, sarà ufficializzato domani.

“Le polemiche di questi giorni – avrebbe detto Basentini al Guardasigilli – sono strumentali e totalmente infondate, ma fanno male al Dipartimento”. Ex procuratore aggiunto di Potenza, Basentini era stato voluto alla guida del Dap proprio da Bonafede, che lo aveva chiamato nel giugno del 2018. Con l’arrivo dell’emergenza Coronavirus in Italia, però, la popolarità di Basentini era crollata parallelamente alla situazione all’interno delle carceri, già alle prese da tempo con problemi di sovraffollamento. Il Covid, infatti, ha spinto le autorità a sospendere le visite dei parenti dei detenuti per contenere il rischio di contagi. Ciò, tuttavia, ha suscitato proteste e rivolte nei penitenziari di tutta Italia, con danni molto pesanti ad alcune strutture.

A peggiorare la situazione, però, è stata l’uscita dal carcere di alcuni esponenti della criminalità organizzata, su tutti proprio Pasquale Zagaria, fratello del boss dei Casalesi Michele, per motivi di età e salute. Zagaria erarecluso al 41-bis nel carcere di Sassari, dove scontava una condanna a 20 anni di reclusione per associazione di tipo mafioso e altri reati. L’ordinanza ha disposto il trasferimento ai domiciliari per poter garantire al detenuto la prosecuzione dei trattamenti di cui ha bisogno per curare una grave malattia, dal momento che la clinica che lo aveva in cura in Sardegna è diventata un centro Covid-19.

Basentini era finito nell’occhio del ciclone perché, come si legge nel documento, il Dap non ha fornito una risposta ai magistrati di sorveglianza che chiedevano di “verificare l’eventuale possibilità di trasferimento in altro Istituto penitenziario attrezzato per quel trattamento o prossimo a struttura di cura nella quale poter svolgere i richiesti esami diagnostici e le successive cure”. Sollecitato da Massimo Giletti a Non è l’Arena, Basentini aveva però di fatto smentito i giudici del Tribunale di Sorveglianza di Sassari, autori dell’ordinanza: “Ciò che è stato detto sulle mancate risposte da noi non trova rispondenza”.

Tuttavia, nei giorni successivi, le critiche nei confronti del capo del Dap sono arrivate da molti partiti politici. Non è bastato, a Basentini, il decreto legge contro le scarcerazioni ‘facili’ dei boss approvato nella notte tra mercoledì e giovedì scorsi dal Consiglio dei ministri. Come anche la nomina di Roberto Tartaglia, noto magistrato antimafia, a vicecapo del Dap, scelto da Bonafede. Sabato 2 maggio il ministro ha nominato a capo del Dap Bernardo Petralia, già procuratore generale presso la Corte d’Appello di Reggio Calabria.

Leggi anche: 1.Rischio contagio al 41 bis, scarcerato il boss di Cosa Nostra Sansone /2. “La mafia italiana aspetta i soldi dell’Ue”: il titolo shock del Die Welt sui Coronabond

3. Coronavirus: primo detenuto positivo, nel carcere di Voghera /4. Firenze, poliziotti fanno grigliata di Pasquetta nel cortile del carcere nonostante i divieti

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