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Il focolaio di Dengue si allarga e arriva in Toscana: “Altro che influenza, servono misure urgentissime”

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Il focolaio di Dengue si allarga e arriva in Toscana: “Altro che influenza”

Dopo il maxi focolaio nella Marche, dove sono stati registrati più di 100 casi, la Dengue arriva anche in Toscana, dove, a Sesto Fiorentino, in provincia di Firenze, si sono verificati tre casi di persone positive al virus.

Intanto arrivano anche alcune testimonianza da parte di coloro che hanno contratto la Dengue: “Altro che influenza – racconta una persone al Corriere Adriatico – Sono stato molto male, febbre alta e vomito, valori del sangue sballati, dolori agli occhi e alla testa, stanchezza incredibile, quattro giorni passati al pronto soccorso di Fano e altri dieci a casa”.

Mentre il virologo Roberto Burioni commenta sarcastico sui social: “Tranquilli, a Fano la situazione è sotto controllo, è Burioni che esagera”, l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco lancia l’allarme: “La vastità del focolaio di Dengue marchigiano non fa ben sperare. Quello che è successo alla famiglia toscana può essere già successo a tanti altri che si sono spostati in altre province e dato vita a focolai locali”.

Intervistato dall’Adnkronos Salute, l’esperto aggiunge: “Molti casi di Dengue, infatti, non sono diagnosticati perché asintomatici o con sintomi molto lievi. Questo permette al virus di diffondersi indisturbato prima di essere individuato. È urgentissimo rafforzare le misure anti-zanzare”.

Ancora più duro l’epidemiologo Massimo Ciccozzi che, sempre all’Adnkronos, ha dichiarato: “Il Covid non ci ha insegnato nulla in termini di prevenzione, ora ci mettiamo a rincorrere la Dengue in mezza Italia, da Fano in Toscana. È chiaro che le disinfestazioni sono partite in ritardo, quest’anno le piogge di settembre hanno fatto slittare le masse di zanzare tigre che a luglio e agosto con poche piogge hanno trovato più difficoltà. Capisco le difficoltà dei singoli comuni ma c’è troppa sottovalutazione e poca informazione sulla Dengue”.

“Più del cinquanta per cento dei casi è asintomatico, chi ha i sintomi ha un periodo di incubazione che arriva fino a 14 giorni. Quindi è molto difficile intercettare i contagi perché si allungano i tempi ma se non si fa la disinfestazione e non si avverte la popolazione sull’uso di repellenti e di aiutare nell’evitare il ristagno dell’acqua nei giardini e terrazzi privati, sarà difficile fare passi avanti e così i piccoli focolai aumenteranno finché le temperature saranno ‘gradevoli’ per la zanzara tigre” aggiunge Ciccozzi.

Una posizione condivisa anche da Matteo Bassetti che aggiunge: “La Dengue ormai non è solo un problema di Fano, ma abbiamo casi anche in Toscana. Speriamo la situazione non peggiori, ci verrà in aiuto delle temperature che dovrebbero scendere. C’è stata una sottovalutazione a livello locale del problema della Dengue e questo è il risultato”.

“Dobbiamo fare di più, abbiamo moltissimi asintomatici o poco sintomatici che, però, possono replicare il virus e se punti da una zanzara tigre questa diventa vettore del virus e se punge un altro soggetto lo infetta. Se la disinfestazione non viene fatta bene non ne usciamo. Forse serve un programma di screening a tappeto nelle aree interessate dai focolai autoctoni di Dengue, per sapere se la popolazione è venuta o meno in contatto con la Dengue e informarla su quello che deve fare e offrire anche un programma di profilassi. Ma la lotta alla Dengue deve tornare al centro dell’agenda del Paese” conclude l’esperto.

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