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“Papà perdonami, non doveva finire così. Ti voglio bene”: il drammatico racconto di Deborah

Immagine di copertina

Deborah sciacquatori Monterotondo racconto | “Papà, papà. Perdonami, papà, non volevo. Non mi lasciare, papà, io ti voglio bene”. Queste sono le parole disperate di Deborah Sciaquatori, la ragazza di 19 anni che domenica a Monterotondo, durante una lite, ha ucciso il padre.

Quando sono arrivati i soccorsi, l’hanno trovata così: in lacrime, con il il volto di suo padre tra le mani.

Monterotondo (Roma), ragazza di 19 anni uccide il padre durante una lite

“Sono disperata, non immaginavo potesse succedere una cosa del genere. Ma come è stato possibile?”. Il suo intento, dichiara, era fermare l’uomo e non ucciderlo. I soccorsi sono stati immediati: “Abbiamo chiamato delle persone che passavano vicino. Poi ricordo che zia ha chiamato l’ambulanza, quando ci siamo resi conto che la condizione era grave”.

A difenderla c’è un intero paese. Le persone che parlano con i giornalisti li supplicano di dire solo buone parole sulla ragazza: “Voi lo dovete sapere che quella è proprio una brava ragazza”, dice una vicina a Il Messaggero. Tutti dicono più o meno la stessa cosa: Deborah voleva vivere serenamente, ce la metteva tutta, ma il padre “le aveva spento il sorriso”.

“No, non doveva morire. Non doveva andare così.” Deborah non crede a quello che le comunicano gli inquirenti: suo padre non c’è più e lei sicuramente non voleva arrivare a tanto. “Sono distrutta, adesso non mi importa di niente. ” La ragazza è a terra, incredula di quello che è appena successo alla sua vita, alla sua famiglia.  Accanto a lei, Sara Proietti, il suo avvocato che cerca di consolarla.

“Quando papà tornava a casa ubriaco, mi preoccupavo soprattutto per nonna, a maggior ragione da quando era stata operata, un mese fa. Tra di noi è la più fragile, ci vede male, non volevo che lui le facesse del male“. Questa è solo una parte del racconto fatto da Deborah.

Il padre Lorenzo, 41 anni, era stato violento fino all’ultimo giorno. Il giorno dell’omicidio, come ricorda Deborah: “Se l’era presa con mamma. Urlava come un pazzo, ci insultava. Io ho preso nonna e ci siamo chiuse in una stanza per un po’, aspettando che si calmasse. Non volevo ucciderlo, non volevo fargli del male. L’ho preso per difesa: volevo solo che ci facesse andare via e che si calmasse”.

E’ successo tutto in pochissimi minuti, prima le urla dell’uomo, poi la reazione della figlia, la coltellata e la chiamata alle Forze Dell’Ordine.  Siamo a Monterotondo, nei pressi di Roma, una ragazza di diciannove anni, Deborah Sciacquatori, uccide il proprio padre con una coltellata.

L’uomo aveva passato la notte fuori, era ubriaco. “A un certo punto, abbiamo deciso di andarcene. Io ero terrorizzata. Prima di uscire, per difendere mamma e nonna, ho afferrato un coltello dalla cucina. Non volevo ucciderlo, non volevo fargli del male. L’ho preso per difesa: volevo solo che ci facesse andare via e che si calmasse”.

Ma il padre non sentiva ragioni. Le ha seguite per le scale e, poi, di nuovo, nell’androne del palazzo ha iniziato a tirare pugni in faccia a mamma Antonia. Poi si è diretto verso la sua anziana madre e sua figlia. E a quel punto Deborah, boxeuse come lui, ha deciso di bloccarlo: “Non volevo facesse male a nonna, avevo paura che l’avrebbe ammazzata”.

La Procura di Tivoli ha firmato il decreto di remissione in libertà per Deborah Sciacquatori. La ragazza era ai domiciliari: l’accusa nei suoi confronti è stata derubricata da omicidio volontario in eccesso colposo di legittima difesa.

C’è stata una colluttazione. Tutto quello che sa è che, pochi secondi dopo, si è accorta che il padre stava male.

Lorenzo Sciacquatori si è accasciato a terra. Sua figlia ha cercato di soccorrerlo. Quando ha realizzato quello che stava accadendo, ha iniziato a piangere, gli ha chiesto perdono.

Gli ha urlato che non voleva finisse così. E gli ha detto quello che provava, nonostante la vita alla quale lui l’aveva condannata sin da bambina. “Gli ho detto che gli volevo bene, che non volevo morisse. Che avevo bisogno di lui perché nonostante tutto lo amavo. Era imperfetto, ma era pur sempre mio padre”.

La ragazza che ha ucciso il padre violento a Monterotondo è tornata libera

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