Daphne Caruana Galizia, il figlio a TPI: “La sua battaglia non è ancora finita”
A due anni dall'assassinio della giornalista maltese che indagava sui Panama Papers, un libro raccoglie gli articoli per i quali ha pagato con la vita
Daphne Caruana Galizia, il figlio a TPI: “La sua battaglia non è ancora finita”
Paul prende tra le mani il libro, lo tasta, lo sente ed è come se lo vedesse per la prima volta. Anche se conosce bene quegli scritti, li ha selezionati e curati insieme agli altri due figli di Daphne Caruana Galizia, Andrew e Matthew. Sulla copertina c’è il nome della loro madre, che a causa degli articoli in cui denunciava il sistema di riciclaggio e corruzione diffusa a Malta, ora raccolti in quel volume, è stata assassinata con del tritolo mentre si trovava in auto vicino la sua casa esattamente due anni fa, il 16 ottobre 2017.
È una sensazione strana, ambivalente, quella di Paul. Da una parte la gioia di sapere che la raccolta degli articoli più importanti firmati dalla madre tra il 1990 e il 2017 è finalmente pubblicata, come lei desiderava. Aveva anche scelto un titolo “Daphne Greatest Hits” (“I più grandi successi di Daphne”). Dall’altra parte c’è però la consapevolezza che lei non può osservare gli effetti, l’enorme influenza che il suo lavoro sta producendo a Malta e all’estero.
Paul Caruana Galizia racconta questa sensazioni a TPI al termine dell’incontro di presentazione a Roma, presso il teatro Ambra Jovinelli, del libro Dì la verità anche se la tua voce trema, pubblicato da Bompiani nella nuova collana “Munizioni”, curata da Roberto Saviano. Al fianco dello scrittore i tre figli di Daphne hanno fatto il punto sull’inchiesta per trovare i responsabili dell’assassinio della reporter.
La testimonianza dei figli della reporter maltese
“Nessun tipo di inchiesta riporterà in vita nostra madre”, racconta Paul durante il dibattito, “Adesso l’istruttoria è arrivata a un punto in cui qualcosa sta succedendo, anche se non è stato semplice farli arrivare qui. A Malta non puoi pensare che le istituzioni funzionino come dovrebbero. All’inizio ci siamo trovati in una situazione dove, per esempio, coloro che avevano denunciato mia madre erano i responsabili per l’istruttoria per risolvere questo caso”.
“Nell’ultimo anno e mezzo”, prosegue Paul Caruana Galizia, “abbiamo cercato di chiedere una cosa ben più ampia. Vogliamo che ci sia un’inchiesta pubblica che riesca a rispondere a una domanda semplice ma importante: la vita di nostra madre avrebbe potuto essere risparmiata? Dobbiamo chiederci come funzionano le nostre istituzioni in modo più profondo, quali sono le radici della giustizia, delle forze di polizia, dei media, del parlamento. Serve un momento di riflessione nazionale, pensare a una riforma fattiva affinché questo non accada più”.
“Mia madre mi diceva che con tre bambini urlanti a casa era impossibile trovare il tempo per scrivere il libro”, ricorda Andrew, “e c’erano un sacco di persone invece che volevano leggere questo libro scritto da nostra madre. La incitavano a fare questa raccolta di articoli e noi siamo parte del motivo per cui non ce l’ha fatta. Essendo un po’ colpa nostra abbiamo avuto la sensazione che dovessimo essere noi a portare a termine questo progetto. Non ce la siamo sentita di rifiutare”.
Il libro Dì la verità anche se la tua voce trema non rappresenta però solo una testimonianza per onorare la memoria di Daphne, ma anche uno strumento di lotta, perché le battaglie della coraggiosa giornalista non sono ancora concluse. A portarle avanti sarà la Daphne Foundation, cui andranno parte dei ricavi del libro, ma anche i giornalisti che proseguiranno le sue inchieste e le persone che, leggendo le sue parole, diventeranno più consapevoli della realtà che le circonda.
“Solo dopo l’inizio del lavoro per il libro ho scoperto che Bompiani aveva deciso di chiamare ‘Munizioni” questa collana”, confessa Matthew, “E mi ha fatto molto piacere che abbia scelto questo nome, perché è decisamente un proiettile, quando lo leggi con una certa mente. Mia madre voleva raccontare la verità, ma in modo piacevole. Quello di cui non si è resa conto, probabilmente, è che sì, in effetti stava dando queste munizioni alla gente per cambiare la società esattamente come stava facendo lei. Abbiamo estratto queste munizioni da Malta, le abbiamo messe in questo libro e le consegniamo a voi, potete usarle per cambiare la vostra situazione”.
“Nei suoi articoli, infatti, Daphne Caruana Galizia racconta la corruzione ad alti livelli della società maltese, di un’economia sommersa e malata. Ma i vizi di Malta sono anche quelli dell’Unione europea. “Daphne seguiva i soldi, aveva capito come funzionava questo meccanismo, per questo è stata uccisa”, spiega Roberto Saviano dal palco. “Ma questo libro è la prova che il tritolo ha fallito, perché le sue parole sono diventate immortali”.
L’intervista video è stata realizzata con la collaborazione di Paolo Maria Noseda per la traduzione
Qui la diretta completa della presentazione: