Palermo, preside antimafia arrestata: sottraeva cibo e dispositivi tecnologici destinati agli studenti
Avrebbe certificato falsamente la presenza degli alunni all’interno della scuola anche in orari extracurriculari per giustificare l’esistenza di progetti Pon mai realizzati, conscia che senza alunni la sua scuola avrebbe percepito una quota minore di fondi destinati per ciascun Pon alla dirigenza: Daniela Lo Verde, preside simbolo dell’istituto comprensivo Giovanni Falcone dello Zen 2 di Palermo, tra i cittadini nominati Cavaliere al merito da Mattarella per essersi particolarmente distinti nel servizio alla comunità durante la pandemia, è stata arrestata all’alba di oggi dai carabinieri di Palermo nell’ambito di un’indagine per peculato e corruzione coordinata dalla Procura Europea.
Secondo l’accusa c’era un “unitario centro di interessi illeciti” nell’Istituto comprensivo Falcone del quartiere Zen di Palermo, “formato dalla preside, dal vicepreside e da professionisti privati che, in concorso fra loro, si sarebbero resi responsabili dei reati ipotizzati, afferenti alla gestione dei fondi di spesa pubblici, sia nazionali che europei, nell’ambito di vari progetti scolastici”. Tra i fatti contestati anche alimenti e dispositivi informatici destinati ai ragazzi che sarebbero stati “costantemente prelevati” dalla preside e dal suo vice per “proprie ed esclusive necessità”.
Le indagini sono partite a febbraio dalla denuncia di un’ex insegnante e testimonierebbero “una gestione dell’istituto volta a curare interessi di natura meramente personale, anche con riguardo alle procedure di acquisto e fornitura di generi alimentari per il servizio di mensa della scuola”. Ad aggravare il quadro, secondo i carabinieri, la condizione della preside, che ha “costantemente alimentato la propria immagine pubblica di promotrice della legalità, nonostante il quotidiano agire illegale e la costante attenzione ai risvolti economici della sua azione amministrativa”.