Cyberbullismo, sette ragazzini di scuola media segnalati per aver emarginato una compagna: “Evitatela come l’Ebola”
È di sette minorenni segnalati alla procura per istigazione al suicidio e stalking il bilancio giudiziario di una vicenda di cyberbullismo che ha coinvolto una scuola media del basso Lazio: in seguito al litigio tra due compagne di classe per un ragazzino conteso da entrambe, una delle due è stata presa di mira dal resto del gruppo, che ha aperto una chat WhatsApp soprannominando la 13enne “Ebola” e imponendo come “regola” il non toccarla o toccare qualsiasi cosa lei abbia sfiorato.
Diverse le minacce subite dalla giovane: “Devi morire”, oppure “se muori nessuno se ne accorge”, e ancora “se non hai amici fatti una domanda”. Quei compagni – riferisce Repubblica – adesso sono stati sospesi, due dei quindici che hanno preso parte alla banda dei cyber bulli, ma con l’obbligo di frequenza. La madre della vittima, angosciata da quello che stava accadendo alla figlia, si è rivolta agli insegnanti e poi ai genitori degli altri ragazzi. Ha anche presentato una denuncia per l’accaduto.
“Uno dei compagni – spiega la donna nella denuncia – ha ammesso di aver fatto parte del gruppo e che a seguito dei rimproveri ricevuti ne è uscito cancellando l’intera chat, aggiungendo che sarebbe stato costretto a rimanere nel gruppo da parte di un compagno, suo cugino, per timore di diventare egli stesso bersaglio di atti analoghi di bullismo da parte di altri componenti del gruppo”. La situazione generale condizionava molto la vita della vittima 13enne: faceva di tutto per entrare a scuola sempre più tardi per non incrociare i suoi compagni, e si era gradualmente ma inesorabilmente isolata. La Garante per l’infanzia del Lazio ha iniziato un percorso con i ragazzi, affiancata da una psicologa.
“C’è chi ha pianto, chi addirittura ha espresso la volontà di lasciare la scuola – racconta a Repubblica – ma ho detto loro che così avremmo perso due volte”. Incontri ai quali era presente anche la compagna perseguitata: “Se soffrire così può servire a qualcun altro l’accetto. Questa era la mia classe, sono cresciuta con questi compagni, e mai mi sarei immaginata tutto questo contro di me”.