Roma, via le strade intitolate ai fascisti: ora saranno dedicate alle vittime dell’Olocausto
Il Comune di Roma cancella le strade dedicate ai fascisti
Tempi bui per i nostalgici del fascismo. Se la notizia di ieri – accolta con energico entusiasmo dai più – era relativa alla cancellazione da parte dei più popolari social network, Facebook e Instagram, delle pagine di Casapound e Forza Nuova, movimenti di estrema destra di chiara ispirazione neofascista, quella di oggi parla di un’iniziativa del Comune di Roma per eliminare dei simboli del Ventennio.
Il Campidoglio, infatti, ha deciso di cancellare le strade dedicate e intitolate a scienziati e intellettuali fascisti. La Giunta capitolina ha preso questa decisione a ottantuno anni dalla promulgazione delle leggi razziali, dopo che la sindaca Virginia Raggi lo aveva annunciato nei mesi scorsi. E ora è stata approvata la delibera che prevede il cambio dei toponimi. A cambiare nome tre vie della città eterna: due di queste erano dedicate al neuropsichiatra Arturo Donaggio, mentre un’altra era stata istituita in omaggio al biologo Edoardo Zavattari. Tutte e tre queste personalità sono stati redattori e firmatari del Manifesto fascista della razza del 1938, ed ora sono state sostituite con alcune vittime dell’Olocausto.
I nomi in sostituzione a cui intitolare le strade sono stati scelti tra le personalità proposte dagli studenti del IX e XIV Municipio. A Primavalle, dunque, quella che finora era stata via Arturo Donaggio diventa via Mario Carrara, uno dei padri della medicina legale italiana oltre che fra i pochissimi docenti universitari italiani che rifiutarono il Giuramento di fedeltà al Fascismo, mentre largo Arturo Donaggio da ora in poi si chiamerà largo Nella Mortara. Quest’ultima è una fisica nonché l’unica donna dell’Istituto fisico dei “ragazzi di via Panisperna” di Enrico Fermi, ed era stata radiata dal mondo accademico perché ebrea.
Infine a Castel Romano, nella zona Sud della Capitale, a cambiare nome è Via Edoardo Zavattari, che diventa via Enrica Calabresi, zoologa ed entomologa italiana anche lei vittima dell’Olocausto perché ebrea, la quale scelse di non vedere mai Auschwitz suicidandosi prima della deportazione.