Rifiuti a Roma, 15 giorni di tempo poi sarà il caos: le conseguenze delle dimissioni del cda di Ama
Disinnescare l'emergenza toccherà al nuovo amministratore unico, nominato ieri sera stessa dalla sindaca Raggi. Si tratta di Stefano Zaghis, che non è, però, un esperto di rifiuti
Rifiuti Roma, 15 giorni poi sarà il caos dopo le dimissioni del cda di Ama
Le dimissioni, in blocco, del consiglio di amministrazione di Ama, la società multiservizi del Comune di Roma, sono il fallimento della Capitale sul fronte rifiuti. E, adesso, scatta il conto alla rovescia che più spaventa i romani: 15 giorni di tempo, poi ci saranno “grossissimi problemi”. È l’avvertimento dell’ormai ex amministratore delegato Paolo Longoni.
I rifiuti saranno sui marciapiedi e agli angoli delle strade, i turisti delle rinomate “ottobrate” romane e delle festività di dicembre passeggeranno zigzagando tra i cumuli di spazzatura. L’ipotesi dell’emergenza sanitaria, con relativo commissariamento, è più probabile. E da più parti auspicata per cercare di trovare una soluzione a una situazione che dura ormai da troppo tempo. E che ha portato di nuovo la città della Dolce vita agli onori delle cronache internazionali, ma stavolta non per la sua bellezza quanto per i suoi miasmi.
Con quasi due anni di guerra sul bilancio e sette amministratori in tre anni, per Ama sembra impossibile adesso pensare alla rinascita. Ma anche se se ne vanno i vertici, i rifiuti restano per strada. Anzi, aumenteranno.
“A Roma serve tutto – spiega Longoni – servono gli impianti di trattamento, quelli leggeri, i centri di raccolta. Serve anche la discarica, perché a fine anno quella di Colleferro chiude”. Ama ogni anno spende 200 milioni di euro per portare i rifiuti oltre i confini del Lazio: fino alla fine del 2019 circa 36 mila tonnellate di rifiuti saranno mandate nelle Marche e in Abruzzo.
Rifiuti Roma, allarme dell’Ordine dei medici
Bisogna trovare una soluzione al più presto per il problema dei rifiuti di Roma, altrimenti “si rischia l’emergenza sanitaria”. Anche l’Ordine dei medici di Roma lancia l’allarme sul caos rifiuti. “Il caos in cui versa l’Ama con le ennesime dimissioni dell’ennesimo Cda e la nomina di un nuovo responsabile preoccupa l’Ordine dei medici di Roma e provincia”, affermano il presidente e il vicepresidente Antonio Magi e Pierluigi Bartoletti.
Va evitato che “si creino cumuli di immondizia in ogni strada, nei pressi di scuole, ospedali, luoghi pubblici”.
L’Ordine dei medici di Roma e provincia continua “a monitorare costantemente la situazione”. “La raccolta dei rifiuti nella Capitale d’Italia – proseguono il presidente e il vicepresidente – si regge, e male, su un fragilissimo equilibrio basato principalmente sulla buona volontà delle Regioni vicine ad accogliere, seppur a caro prezzo, i nostri residui. Non c’è spazio dunque per improvvisi blackout del ciclo di raccolta e smaltimento”.
“Come Ordine dei Medici – proseguono – abbiamo e sentiamo il dovere di rivolgere un appello a tutti i soggetti che ne hanno la responsabilità affinché si siedano intorno a un tavolo e trovino una soluzione in breve tempo. L’Ordine è disponibile a fare la sua parte e incontrare i vertici dell’Ama. Occorre evitare che in breve tempo si creino nella Capitale d’Italia cumuli di immondizia in ogni strada, nei pressi di scuole, ospedali, luoghi pubblici e che un simile degrado diventi attrattivo per gli animali. Non c’è tempo da perdere”, concludono Magi e Bartoletti.
Rifiuti Roma, lo scontro tra Ama e la sindaca Virginia Raggi
All’origine della decisione del Cda, presieduto da Luisa Melara che ieri, 1 ottobre, al momento delle dimissioni si sarebbe anche commossa, ci sarebbe lo scontro con il Campidoglio. E in particolare con la sindaca del Movimento 5 stelle Virginia Raggi. Il problema, infatti, non sono stati solo i 18 milioni di crediti vantati dal Comune, socio unico della società multi servizi, ma anche la “assoluta inerzia e constatata mancanza di una fattiva e concreta collaborazione”. La “denuncia” è vergata nero su bianco in una lettera che ha accompagnato le dimissioni.
“Io e gli altri ex membri del Cda l’abbiamo cercata una settimana fa per chiederle un incontro. Dalla sua segreteria ci hanno risposto che ci avrebbero contattato. Non l’hanno fatto”, racconta Longoni in un’intervista a Il Messaggero. Poi, prosegue il manager, riferendosi anche agli altri dimissionari di Ama, “noi volevamo anche resistere, ma ci siamo dimessi quando non abbiamo avuto più la fiducia del socio”.
“Raggi dice di essere stata lasciata sola? Non so da quale punto di vista abbia avvertito questa solitudine. L’ultima volta che ho sentito la sindaca – conferma la ex presidente di Ama Luisa Melara, intervistata da Agorà su Raitre – è stato ad agosto, poi non ci siamo più viste né sentite”.
Anche Melara è preoccupata per l’emergenza rifiuti che attende inesorabilmente la città di Roma. “Il cda di Ama ha presentato un progetto chiaro su come affrontare l’emergenza. Abbiamo posto in essere tutte le azioni necessarie, anche con le istituzioni e la Regione, perché l’ordinanza nasce da un nostro preciso grido di allarme. Solo uno strumento straordinario avrebbe potuto consentire di superare l’emergenza”, ha aggiunto.
Rifiuti Roma, un piano per privatizzare Ama?
In realtà, qualche sospetto sui motivi per cui Raggi ha costretto il cda all’isolamento, arrivato all’estrema soluzione delle dimissioni, i componenti del Consiglio ce l’hanno. L’ipotesi è che il Comune di Roma abbia intenzione di spingere Ama verso la privatizzazione. “C’era da parte del Comune una insistente richiesta di cambiare dei numeri che avrebbero determinato il rosso di una azienda che in realtà stava in utile”, dice all’Ansa la ex consigliera di amministrazione Vanessa Ranieri.
“Perché mandare in rosso Ama? – si chiede Ranieri. – Non voglio pensare male. Io ragiono secondo le norme: con tre bilanci consecutivi in rosso una partecipata non riesce a fare fronte agli impegni contrattuali, e quindi il contratto può essere rimesso a bando”.
Il delicato incarico di disinnescare l’emergenza tocca adesso al nuovo amministratore unico di Ama nominato ieri sera stessa dalla sindaca Raggi. Si tratta di Stefano Zaghis. Che non è, però, un esperto di rifiuti: si occupa di “strategia, marketing e comunicazione”. Ma è un fedelissimo del M5s e ha seguito la campagna elettorale dell’ex presidente del Consiglio comunale, Marcello De Vito, poi arrestato per corruzione.