Viale del Caravaggio a rischio sgombero, gli abitanti a TPI: “Siamo appesi a un filo, ma organizzeremo resistenza”
Nessuna soluzione dopo il secondo tavolo istituzionale con Comune e Regione. Gli occupanti: "Pronti a resistere allo sgombero con ogni mezzo necessario"
Rischio sgombero per l’occupazione di viale del Caravaggio a Roma, gli abitanti a TPI: “Siamo appesi a un filo”
“La nostra battaglia andrà avanti e continuerà fino a quando non ci sarà un epilogo felice per la nostra occupazione e per tutte le occupazioni”. Anna Sabatini, una degli abitanti dell’occupazione di viale del Caravaggio ed esponente dei Movimenti per il diritto all’abitare, chiarisce che le 120 famiglie occupanti delle palazzine nel quartiere romano di Tor Marancia non hanno alcuna intenzione di arrendersi e organizzeranno la loro resistenza, dal momento che anche il secondo tavolo con le autorità per evitare il rischio sgombero per viale del Caravaggio si sia concluso con un nulla di fatto (qui il punto dopo il precedente tavolo con le istituzioni).
Negli ex uffici della regione, occupati dal 2013, vivono circa 380 persone, sia italiane sia straniere, e una settantina di minori.
Al tavolo di ieri, lunedì 26 agosto, hanno partecipato rappresentanti del Comune – l’assessora alle Politiche sociali Laura Baldassarre e l’assessore all’Urbanistica Luca Montuori – e un rappresentante dello staff di Massimiliano Valeriani, assessore alle Politiche abitative della Regione Lazio. C’erano anche, oltre a una rappresentanza degli abitanti e dei movimenti per il diritto all’abitare, anche la Rete dei Numeri Pari, la Cgil e l’Unione Inquilini.
“L’incontro è stato abbastanza lungo”, ha raccontato Sabatini durante la conferenza stampa di oggi, 27 agosto, dinanzi all’occupazione di viale del Caravaggio, “però purtroppo non ci ha soddisfatto, nonostante le dichiarazioni del rappresentante che faceva le veci di Valeriani, che ha dichiarato che lo sgombero non si deve fare. Il resto dei rappresentanti istituzionali, invece, non ci ha soddisfatto. Non c’erano soluzioni e da parte loro non c’è stata una presa di posizione forte e chiara sullo sgombero di Caravaggio”.
Durante l’incontro gli abitanti hanno ribadito la propria rivendicazione di un diritto alla casa per tutti coloro che, come loro, vivono con difficoltà economiche e non riescono a pagare l’affitto.
“Abbiamo fatto capire loro che noi senza alternative da questa occupazione non ce ne andiamo e faremo una resistenza con tutte le nostre forze”, ha dichiarato Sabatini durante la conferenza stampa.
“Sul piatto del tavolo di ieri non c’era nulla, c’erano solo affermazioni di principio”, ha dichiarato Paolo Divetta, attivista dei Blocchi Precari Metropolitani di Roma. “Qui con noi c’è il papà di Rayane, il bambino la cui foto ha fatto il giro del mondo. Il papà di Rayane ci ha detto che molte delle famiglie sgomberate da via Cardinal Capranica non hanno accettato le soluzioni proposte dal Comune di Roma. Anche lui, nonostante tutte le promesse che ha ricevuto per l’immagine del figlio che è circolata, sta decidendo di lasciare il luogo in cui è stato accolto, perché sono posti completamente diversi da quelli dove hanno vissuto finché stavano nell’occupazione. Molti dei minori sgomberati a via Cardinal Capranica non potranno andare nelle scuole in cui erano stati iscritti”.
“L’accoglienza mancata per le famiglie di Cardinal Capranica non è credibile quando viene proposta per viale del Caravaggio”, ha aggiunto Divetta.
Intanto, il vertice del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza previsto per oggi in Prefettura è stato rimandato a giovedì. C’è ancora qualche giorno prima di una possibile decisione sull’operazione di sgombero.
Tantissime, nel frattempo, le iniziative di solidarietà della società civile al fianco delle famiglie di Caravaggio: dalla proiezione di film d’animazione per bambini alla presentazione di libri, il programma di questi giorni è fitto e giovedì – dopo il vertice del Comitato – si terrà una nuova assemblea degli abitanti.
“Le iniziative di solidarietà nei nostri confronti sono state davvero tante”, commenta Sabatini con TPI, “Ma per il resto siamo appesi a un filo. Una cosa è certa, però, stiamo organizzando la nostra resistenza”.