Una raccolta fondi per far studiare il bambino coi libri in mano simbolo dello sgombero di Primavalle
Una raccolta fondi per il bambino con i libri in mano diventato simbolo dello sgombero romano di via Cardinal Capranica. A lanciare la campagna è stata l’associazione Famiglie Accoglienti.
Sulla piattaforma GoFundMe, il 25 luglio scorso, a dieci giorni da quello che è passato alle cronache come lo sgombero di Primavalle, è comparsa la raccolta fondi. Dopo cinque giorni sono già stati raccolti quasi cinquemila euro.
“La foto del bambino vittima di uno sgombero di polizia a Roma, che se ne va con una pila di libri in mano, è lo specchio dell’Italia di oggi, che odia la cultura, se la prende coi più deboli e ha distrutto ogni speranza di miglioramento sociale”, si legge nella descrizione della campagna Vogliamo studiare di Famiglie Accoglienti.
Protagonista di quella foto ormai celebre è Ryane, bambino di origine marocchina che, insieme alla sua famiglia, viveva nello stabile occupato di via Cardinal Capranica, nelle periferia a nord ovest della Capitale.
“Rayane è marocchino, vuole studiare, ha promesso alla sua professoressa di matematica di laurearsi. Come Famiglie Accoglienti che ospitano dei giovani migranti abbiamo lanciato questa campagna di sostegno per permettergli di continuare gli studi. Subito. Oggi ma anche domani: alle medie, alle superiori, all’università”, scrivono ancora da Famiglie Accoglienti.
Come tutti i bambini, italiani e stranieri, Ryane ha diritto di studiare. Un diritto, però, fortemente minacciato oggi: “Un diritto che l’Italia di Salvini vuole cancellare. Noi pensiamo che questo diritto, garantito dalla Costituzione, vada invece difeso, così come va affrontata l’emergenza abitativa che rende sempre più precarie le condizioni di vita di italiani e stranieri”.
L’accoglienza, secondo l’associazione, passa anche tramite l’istruzione. Per questo Famiglie Accoglienti assicura di utilizzare i fondi raccolti tramite la campagna per accompagnare e aiutare negli studi i bambini sgomberati a Primavalle, oggi dislocati in diverse strutture, tutte lontane chilometri e chilometri da quella che per loro era casa.
“Occorre fare presto, vogliamo che Rayane possa tornare a scuola a settembre con tutti i suoi libri e con un tetto sulla testa”, sollecita l’associazione.