Il ristoratore allega la bolletta della luce al menù: “La pizza a 10 euro? O passo per ladro o chiudo”
Cremona, ristoratore allega la bolletta della luce al menù
In un ristorante di Roncadello, piccola frazione di Casalmaggiore, al confine tra le province di Cremona e di Mantova, un ristoratore ha allegato al menù l’ultima bolletta della luce spiegando ai clienti perché è costretto ad aumentare i prezzi delle pizze.
Alberto Rovati, titolare del Funky Gallo, ha ricevuto una bolletta di 4mila euro per la sola energia elettrica. “Mi è arrivata domenica scorsa: la sera stessa ho deciso di esporla — spiega il ristoratore al Corriere della Sera – Non l’ho certo fatto per spaventare i clienti, dato che loro sono affezionati e credo che arriveranno ancora. Ma per essere molto trasparente. E per lanciare una forte protesta: così non si va avanti”.
Rovati, infatti, ha esposto nel suo locale la bolletta della luce con un cartello il cui titolo è “Quando le spese diventano insostenibili”.
“Meglio mettere la pizza margherita a 10 euro e passare da ladro, oppure chiudere l’attività?” è la provocazione lanciata dal ristoratore che spiega di aver subito un rincaro del 300% per la sola luce elettrica: “L’anno scorso, lo stesso periodo, abbiamo pagato 1.350 euro”.
“Aggiungo che a giugno di quest’anno, dunque un mese prima, eravamo arrivati a 2.200 euro, e già la cifra mi sembrava alta. È vero che a luglio abbiamo fatto qualche pizza in più, ma si parla da un mese con l’altro del doppio della spesa”.
“Ho esposto la bolletta della luce perché è la più eclatante. Poi ci sono gas e tutte le forniture essenziali. E soprattutto ci sono le materie prime: olio, grano, tutto quello che serve per fare funzionare una pizzeria-ristorante come la nostra. Abbiamo fatto un rapido calcolo: se prima potevamo servire una margherita a 5-6 euro, adesso dobbiamo passare al rialzo. Siamo costretti. L’alternativa è chiudere l’attività” dichiara ancora Rovati.
Sulla provocazione della pizza a 10 euro, il ristoratore spiega: “Ho arrotondato ma non siamo così lontani da una proiezione reale. Chi lavora, lo fa per avere un guadagno, anche minimo, non per andare in pari, altrimenti non ci sarebbe spirito imprenditoriale. Se io oggi mettessi una margherita a 8-9 euro, probabilmente pareggerei tutte le spese. Da lì la prospettiva di farla pagare 10 euro. Se non altro credo di essere stato onesto e trasparente coi miei clienti. Senza dimenticare che negli ultimi due anni, tra lockdown e limitazioni di vario genere, l’unica stagione davvero buona per lavorare in continuità è sempre stata l’estate. E pure questo aspetto va considerato nel ragionamento complessivo”.