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Il Veneto ora è un caso: record di contagi, tasso di positività al 36,3%

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Covid Veneto: ieri oltre 5mila contagi e tasso di positività alle stelle

Il bollettino di ieri diffuso dalla protezione Civile conferma una tendenza visibile ormai da settimane: il Veneto è la regione italiana in cui il Coronavirus morde di più, e ora rischia di diventare un vero e proprio caso nazionale. Nelle ultime 24 ore, infatti, nella regione governata da Luca Zaia sono stati individuati oltre 5mila nuovi casi, a fronte di 13.776 tamponi. I numeri parlano chiaro: il tasso di positività del Veneto è schizzato al 36,3 per cento, un vero record (quello nazionale, ieri in rialzo, si ferma comunque al 12,4 per cento).

Quanto alla distribuzione dei contagi tra le varie province da inizio pandemia, questi sono i dati: Treviso registra il maggior numero di positivi (46.239) seguita da Verona (45.719), Padova (42.735) e Vicenza (40.576). Verona è invece la provincia col maggior numero di decessi da febbraio (1.531) seguito da Vicenza (1.172) e Venezia (1.006). Il numero più alto di attualmente positivi è invece a Padova (19.323).

Veneto: da esempio a maglia nera

Il Veneto, considerato un esempio da seguire nella lotta al Covid durante la prima ondata, ora appare invece la regione maggiormente in affanno. L’ultimo report dell’Istituto Superiore di Sanità l’ha inserito tra le cinque regioni ad alto rischio assieme a Liguria, Marche, Puglia e Umbria. Lo stesso report rilevava quanto segue: “La Regione Veneto ha un Rt puntuale compatibile con uno scenario tipo 2 e si colloca per la terza settimana consecutiva a rischio alto con incidenza estremamente elevata. Questo desta particolare preoccupazione, pertanto nuovamente si esorta ad applicare con urgenza le misure previste”.

Rischio terza ondata?

In una recente intervista a Repubblica, inoltre, il fisico e professore all’Università di Trento Roberto Battiston ha parlato di un rischio terza ondata in quattro regioni italiane, tra cui proprio il Veneto: “La situazione è ancora critica e rischiamo una terza ondata a gennaio – ha detto Battiston – In Regioni come Trentino e Veneto la curva sta ancora crescendo”.

Il fisico ha spiegato che nelle regioni più a rischio è sbagliato pensare a una riapertura delle scuole: “Nelle Regioni che hanno abbattuto il numero di infetti attivi e che hanno un Rt basso si potrà fare lezione in presenza, a patto di adottare le misure di sicurezza. Nelle altre la riapertura delle scuole rischierebbe di innescare la terza ondata”.

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