Covid, 100mila “furbetti” fuori lista si stanno vaccinando. Prima di sanitari e anziani delle RSA
La distribuzione dei vaccini in Italia procede speditamente, rispetto a un inizio zoppicante ora il Paese può vantare un primato nella somministrazione delle dosi per le categorie individuate. Contestualmente alla distribuzione dei vaccini però si moltiplicano le notizie di procedure non sempre rispettose dei parametri individuati: ossia soggetti più deboli e a rischio.
Esemplare in questo senso è il caso di Brindisi dove è scoppiata la denuncia del presidente dell’Ordine: ha puntato il dito contro le mogli dei medici in pensione (“Una decina”, secondo il direttore generale della Asl, Giuseppe Pasqualone) che avrebbero ricevuto la vaccinazione. “Un errore”, conferma la Asl. Ma non sarebbe stato l’unico. Almeno scorrendo l’elenco per categorie che il Dipartimento Salute ha compilato sulla base delle comunicazioni delle Asl. Elenco che, adesso, dovrà essere sottoposto a controlli. Tra Bari e la Bat, ad esempio, risulterebbero vaccinati una decina di “operatori scolastici”.
Per questo i carabinieri del Nas stanno acquisendo in diverse Regioni l’elenco dei vaccinandi, per verificare se, nella compilazione, ci sono stati abusi tali da configurare ipotesi di reato. E qualche abuso deve essersi già consumato. Come spiega Repubblica, che ha avuto accesso ai dati scorporati regione per regione, la situazione è la seguente: in Campania, su 68.138 vaccinati ci sono 1.262 anziani delle Rsa e 10.583 di personale non sanitario; in Calabria 10.940 vaccinati di cui 1.190 non sanitari e zero Rsa; in Sicilia 61.694 vaccinati di cui 1.328 ospiti delle case di riposo e 8.719 non sanitari; nelle Marche hanno vaccinato appena 145 ospiti Rsa e 1.834 non sanitari; nel Lazio su 66.773 vaccinati 6.019 sono non sanitari e 4.356 gli anziani; in Lombardia 69.712 vaccinati, 10.397 personale non sanitario, appena 1.631 anziani delle case di riposo; infine il caso limite dell’Emilia Romagna, dove a fronte di 71.293 somministrazioni, 4.765 sono state dedicate alle Rsa e 21.341, quattro volte di più, ad amministrativi, dipendenti, pulitori, impiegati.
Tutti dovranno accedere al vaccino, ma visto che le fiale sono contingentate e i produttori (Pfizer-BionTech e, da oggi, anche Moderna) fanno fatica a distribuire milioni di dosi in tutta Europa con la velocità che la crisi pandemica necessiterebbe, governo e struttura commissariale avevano indicato alle regioni delle priorità. Che sono state ribaltate.
Come spiega Repubblica, la fascia di età più coperta è quella 50-59 anni (195 mila somministrazioni), contro i 16 mila della 70-79, i 20 mila della 80-89 anni, i 15 mila della over 90. Poiché vaccinare tutti gli ultraottantenni può diminuire, secondo alcune stime, il tasso di morti per Covid del 50 per cento, al governo si fa strada l’ipotesi di includerli nella prima fase della campagna (adesso il loro inserimento negli elenchi è a fine febbraio). Si valuta anche di anticipare la somministrazione agli insegnanti, per accelerare la riapertura delle scuole.
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