Covid, Rezza: “Riaprire è rischioso, ma siamo pronti ad intervenire. Le prossime settimane saranno decisive”
Covid, Rezza: “Riaprire è pericoloso, prossime settimane decisive”
“Riaprire è rischioso, le prossime settimane saranno decisive”: lo afferma Gianni Rezza, capo della Prevenzione del ministero della Salute e membro del Cts, a proposito delle nuove norme anti-Covid annunciate dal governo che prevedono le riaperture delle attività in zona gialla a partire dal prossimo 26 aprile.
Intervistato da La Repubblica, Rezza spiega, riguardo i numeri della pandemia, che “La tendenza è alla diminuzione, che però è molto lenta. Siamo ancora a 180 casi settimanali per 100mila abitanti, un’incidenza ancora abbastanza elevata. È un bene che l’Rt resti sotto 1 ma c’è il problema delle terapie intensive ancora congestionate. Ci vorrà ancora un po’ per liberarle”.
L’esperto, poi, spiega perché con le riaperture l’Italia sta correndo un rischio. “Abbiamo ancora oltre 300 morti e 15mila casi al giorno, stiamo facendo delle riaperture in un momento in cui la curva sta flettendo leggermente. Il rischio c’è. Quello accettabile per un epidemiologo è zero, per un economista può essere invece 100 e per chi campa con un’attività che ha dovuto chiudere è ancora più elevato. È legittimo che la politica trovi una sintesi, dopodiché nessuno oggi può escludere che facendo ripartire scuole e altre attività la curva risalga”.
“Una eventuale crescita della curva si vedrà a distanza di due-tre settimane – sottolinea Rezza – Nel momento in cui allenti è normale che l’epidemia possa ripartire, a meno che non intervengano fattori esterni, come l’allargamento della vaccinazione. Noi poi abbiamo un sistema di allerta precoce, che consente di attuare misure restrittive prima che la curva riparta”.
Sulle riaperture di alcune attività, Rezza sottolinea che “I contesti più pericolosi sono quelli al chiuso, dove si sta senza mascherina. Per quello è prevista solo la ristorazione all’aperto, con il distanziamento”.
“All’interno dei locali senza aerazione naturale e senza un idoneo distanziamento il rischio si corre. Certo, nei musei anche al chiuso la situazione si gestisce benissimo. Alcune attività all’aperto, come il calcetto e gli sport da contatto, un rischio lo comportano, anche se ci sono ricerche che comunque non le considerano così pericolose”.
Secondo Rezza, poi, le varianti del Covid “sono un punto cruciale, fanno sì che l’epidemia scenda così poco nonostante misure importanti prese in questi mesi. Del resto la variante inglese, che praticamente ormai è il nostro virus ha una trasmissibilità del 50%, a osservare i dati raccolti da Istituto superiore di sanità e Regioni, che hanno molto aumentato la capacità di sequenziare”.
Il capo della Prevenzione del ministero alla Salute spiega che agli under 60 verranno somministrati i vaccini “a Rna messaggero come Pfizer e Moderna”.
“Siamo partiti da anziani e fragili, perché proteggiamo persone a rischio e riduciamo la congestione ospedaliera e la mortalità – sottolinea Rezza – Va bene anche usare gli mRna con i più giovani, che fanno circolare la malattia. Questo perché quei vaccini sono più efficaci nel bloccare anche i portatori sani”.
Sull’eventuale terza dose, che secondo il ceo di Pfizer sarà necessaria, Rezza dichiara: “Un conto è il ciclo vaccinale, che ne prevede due, un altro è il booster, la dose supplementare. Visto che non sappiamo quanto dura l’immunità conferita dal vaccino è prevedibile che dopo un certo periodo di tempo sia necessaria”.
Sulla possibilità di dover fare dei richiami ogni anno, Rezza afferma: “Non è detto che fatta questa campagna elimineremo il problema. Ci sono ancora cose che non possiamo prevedere: appunto la durata della protezione, le varianti, il ricircolo naturale del virus. Non è che stiamo eradicando il vaiolo. Ora vacciniamo per proteggere, entro l’estate spero che lo faremo per rallentare la velocità di circolazione. Poi dovremo vedere se il virus si ripresenterà, mutato o meno”.
A proposito del pass vaccinale, invece, Rezza spiega che “Ci si sta lavorando, anche a livello europeo. Come noto viene dato a chi ha avuto la malattia, ha fatto il vaccino o un test da pochi giorni. Il problema è che non si può dire che anche chi è stato malato o vaccinato sia del tutto immune. Per questo il pass è sicuramente prezioso ma quando gran parte delle persone sono vaccinate. Del resto anche a chi ha avuto le somministrazioni si danno le stesse raccomandazioni di chi non le ha avute, cioè distanziamento e mascherina. Lo fanno anche gli inglesi”.
Leggi anche: 1. Covid, Galli contro le riaperture decise dal governo: “Rischio calcolato? Calcolato male” | VIDEO / 2. Covid, Crisanti contro le zone gialle e le riaperture: “Tra un mese avremo un aumento dei contagi e l’estate sarà a rischio”