Covid, governo verso proroga restrizioni fino al 15 gennaio (compreso stop spostamento tra Regioni)
Nuove misure in arrivo: provvedimento "ponte" dal 7 al 15 gennaio. Weekend del 9-10 in zona arancione
Covid, nuove misure dal 7 gennaio
Nuove misure in arrivo. Si è concluso il vertice di governo convocato oggi, domenica 3 gennaio, per fare un punto sull’emergenza Covid in vista della scadenza del 6 gennaio del decreto messo in campo per le festività di Natale. Tra le ipotesi sul tavolo c’è quella di un provvedimento ponte dal 7 al 15 gennaio con fasce a misurazioni nazionale, cioè tra la data di scadenza del decreto natalizio e quella dell’ultimo Dpcm. Con il weekend del 9 e 10 in fascia arancione quindi chiusura di bar e ristoranti e spostamenti vietati anche tra Comuni. E, fino al 15, lo stop allo spostamento tra regioni. Fra le ipotesi sul tavolo c’è anche la proroga del divieto di ospitare a casa più di due parenti o amici, minori di 14 anni esclusi. La misura, già prevista nel decreto natalizio in scadenza il 6 gennaio, sarebbe così prorogata fino al 15 del mese. Lo anticipa Repubblica. Alle 19 è prevista una riunione del Comitato Tecnico Scientifico che va verso una revisione dei criteri decisivi per determinare le fasce di rischio.
Misure Covid, i nuovi criteri per l’Rt
Un primo cambiamento per la nuova stretta del governo a partire dal 7 gennaio potrebbe riguardare i criteri con cui viene valutato l’inserimento delle Regioni in fascia arancione o rossa. Si pensa di stabilire nuovi criteri per l’Rt che consentano di inserire zone arancioni e rosse regionali anche con numeri meno emergenziali. Le chiusure scatterebbero con soglie più basse dell’Rt quando l’incidenza dei casi sulla popolazione – calcolata nelle ultime due settimane – si mostri superiore a un certo livello, ancora da fissare. Oggi la zona arancione parte dal valore di 1,25, quella rossa da 1,5, ma i due valori potrebbero scendere rispettivamente 1 e 1,25.
Le regioni a rischio
A finire subito in zona arancione, con questi nuovi criteri, sarebbero almeno tre Regioni (Calabria Liguria e Veneto) mentre altre tre sarebbero in bilico perché superano l’1 ma non nell’estremo più basso della forchetta (Basilicata, Lombardia e Puglia).
Riapertura scuole: Conte insiste sulla data del 7 gennaio. Resta però ipotesi rinvio al 18 gennaio
Nelle ultime ore si è tornati a parlare anche del tema delle riaperture delle scuole, con alcune sigle sindacali a stigmatizzare le riaperture, seppure al 50% e scaglionate. Se il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha indicato questa come la strada da seguire per il ritorno fra i banchi, dubbi sono stati sollevati dai governatori di molte regioni, a cominciare da quelle governate dalla Lega. “Come governatori abbiamo fatto tutto ciò che era necessario in tema di sicurezza per i trasporti in accordo con i prefetti ma restano molte criticità sul contenimento della pandemia. Servono scelte tempestive affinché si possa dare certezze alle milioni di persone coinvolte. Siamo preoccupati per il silenzio da parte del governo sulle criticità sul tema della riapertura delle scuole”, spiegano i governatori della Lega al termine dell’incontro con il segretario della Lega Matteo Salvini. Ma dubbi sul ritorno fra i banchi arrivano anche da esponenti del Pd: “Comprendo la sincera volontà di moltissimi studenti di medie e superiori di tornare a scuola ma ritengo oggi opportuno valutare attentamente quando riprendere le lezioni in presenza. Occorre, infatti, verificare con attenzione se le restrizioni messe in atto durante le vacanze natalizie abbiamo realmente rallentato i contagi. Meglio riprendere nella seconda metà di gennaio che dover richiudere subito”, spiega la deputata dem Lucia Ciampi. “Non è fisica quantistica, ma buon senso: se non siamo in grado di garantire un rientro a scuola sicuro per tutti, a fronte dei numeri del contagio e della pericolosa incognita della variante, si evita di mettere a rischio le persone, i lavoratori, i ragazzi, le famiglie”, avverte anche il deputato del Pd, Filippo Sensi.
Nuove misure Covid: ristori per le imprese
Le opposizioni si affrettano a chiedere “immediati ristori” per le imprese: “Per molti, che rischiano di perdere anche la stagione dei saldi, si profila lo spettro di chiusure che vanno assolutamente scongiurate”, spiega la capogruppo di Forza Italia al Senato, Anna Maria Bernini. “Per questo chiediamo al governo di procedere da subito con risarcimenti congrui e immediati, che non possono essere inferiori al cento per cento del fatturato andato in fumo, e col ritiro contestuale delle cartelle esattoriali”. Oltre alle opposizioni, però, il tema dei ristori per chi si prepara ad affrontare nuove chiusure viene sollevato durante il vertice di maggioranza dalla ministra e capodelegazione di Italia Viva, Teresa Bellanova: “Il patto con le categorie penalizzate a Natale va mantenuto e il decreto legge per i ristori va fatto subito. Sappiamo perfettamente che la ristorazione è stato uno dei settori più esposti e colpiti. I ristori vanno quantificati e garantiti nel prossimo DL. E vanno decisi ristori adeguati per il sistema agroalimentare, su cui ricadono le misure di chiusure e limitazioni del canale ristorazione “, spiega Bellanova.