Covid, Massimo Fini: “Che muoia chi deve morire, lasciamo fare alla natura”
Le misure di prevenzione e contenimento del Covid alle quali tutti ci siamo abituati ormai da un anno e mezzo non vanno giù al giornalista e scrittore Massimo Fini, il quale in un articolo pubblicato su Il Fatto Quotidiano si è scagliato contro le politiche adottate per limitare il diffondersi della pandemia, sostenendo che per salvare persone anziane e magari già malate si è bloccata la vita di generazioni più giovani, per cui, sostiene Fini, “opponendoci ottusamente al Covid ne prolunghiamo l’esistenza: meglio lasciar fare alla natura. Che muoia chi deve morire e smettiamola con questa farsa tragica”.
Una posizione molto dura e che ha inevitabilmente scatenato aspre polemiche. Riportiamo allora alcune delle argomentazioni del giornalista pubblicate sul Fatto. “Non ne posso più degli integralismi che attraversano la nostra società. Il primo è l’integralismo sul Covid o, per essere più precisi, sulle misure anticovid”, scrive il cronista.
“Se costoro pensano di trascinarci ancora per anni con vaccini, richiami dei vaccini e richiami dei richiami si sbagliano. Lo stress che sopportiamo da due anni non è più sostenibile. Non che noi si abbia la forza di ribellarci in modo attivo, lo faremo per omissione rifiutandoci di farci vaccinare. Oltre tutto è abbastanza chiaro, almeno così a me sembra, che il Covid 19 sfugge ai vaccini, preparati troppo in fretta e sulle cui conseguenze a medio e lungo termine non possiamo saper nulla, perché muta in continuazione. Tra l’altro opponendoci in modo così ottuso al Covid noi in realtà ne prolunghiamo l’esistenza”.
Poi le dichiarazioni più pesanti: “Se avessimo lasciato fare alla Natura quello che alla natura compete, cioè sfoltire la popolazione quando è in sovrabbondanza, il Covid sarebbe morto per inedia e sarebbe durato un paio di anni. L’epidemia si sarebbe ripresentata in forma diversa dopo qualche decennio com’è stato per tutte le epidemie del passato. Inoltre io non capisco proprio perché per salvare dei settuagenari od ottuagenari, in genere affetti da due o tre gravi patologie, si sia bloccata la vita di intere generazioni a cui il Covid non poteva far nulla. Che muoia chi deve morire e smettiamola con questa farsa tragica”.
Conclude Fini: “Fatta ogni debita eccezione, tutti noi abbiamo esperienza di anziani che trascinano una vita che non è più una vita in interminabili e penose agonie cui sarebbe di gran lunga preferibile la morte. In fondo la morte, se non si trascinano le cose oltre ogni limite di decenza, è una cosa pulita. Infine noi stiamo creando, artificiosamente, un mondo di vecchi che pesa sulle generazioni più giovani e vitali”.