Cosa riapre a gennaio e cosa resta chiuso: le indiscrezioni da governo e Cts
Covid, quali misure e riaperture allo scadere dell’ultimo Dpcm
L’ultima bozza del monitoraggio dell’Iss (Istituto Superiore di Sanità) ci dice che in Italia l’epidemia resta grave “a causa di un impatto elevato sui servizi assistenziali”. Preoccupano tre regioni con un Rt puntuale maggiore di 1: Calabria, Liguria e Veneto. La notizia positiva è che, per la prima volta da ottobre, le terapie intensive sono sotto la soglia critica. Anche se con le feste di Natale si rischia un rapido aumento dei casi. Ma cosa ci aspetta dopo le festività?
L’Italia, almeno fino al 15 gennaio (data di scadenza dell’ultimo Dpcm del 3 dicembre) tornerà al modello dei 3 colori ma questo non comporta necessariamente delle riaperture. Secondo le ultime indiscrezioni “Per bar, ristoranti e tutte le attività di ristorazione ad esempio, non cambierà nulla. Se in zona gialla potranno aprire fino alle 18, in zona rossa o arancione dovranno accontentarsi di asporto e consegne a domicilio. Priorità tra le attività oggi chiuse che comprendono cinema, teatri e musei. L’idea è replicare la situazione di quando i musei hanno riaperto, mentre cinema e teatri lo hanno fatto un mese dopo”.
Anche il ministro della Salute Roberto Speranza in un’intervista al Corriere della Sera interviene sul tema delle riaperture e conferma l’intenzione di riaprire le scuole ma frena su tutto il resto. “Il ritorno in classe è il nostro obiettivo prioritario. Certo, finché i vaccini non produrranno un impatto epidemiologico sulla popolazione, l’unica cosa che funziona sono le misure restrittive. L’indice Rt dà segni di ripresa, dopo la Befana dovremo ripristinare il modello delle fasce di rischio e confermare le misure base delle zone gialle”.
Non ci sarà dunque nessun “liberi tutti”. Probabilmente verranno allentate le misure natalizie ma almeno fino al 15 gennaio resterà in vigore la divisione in fasce (giallo, arancione e rosso). Le scuole dovrebbero riaprire proprio il 7 gennaio mentre bar e ristoranti dovranno attenersi alle regole delle fasce di appartenenza. Se in zona gialla, ad esempio, resteranno aperti fino alle 18; se in rossa o arancione solo asporto e consegne.
“Prima di ogni valutazione sulle riaperture però”, chiarisce Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico, “dovremo aspettare i dati del 10 o del 15 gennaio e verificare gli effetti di questo lockdown di fine anno”. La speranza ovviamente è che i numeri siano migliori, nonostante alcune Regioni preoccupino molto. “C’è un aumento rispetto al giorno precedente ma con un significativo incremento dei tamponi. Questo ci fa essere relativamente ottimisti”, spiega un altro esponente del Cts.