Covid, aumentano i contagi: cinque Regioni rischiano la zona gialla. Al via dal 16 dicembre i vaccini sui bambini
“Nelle ultime settimane c’è un trend di crescita dell’epidemia, sebbene più in ritardo rispetto agli altri Paesi europei. La circolazione del virus è più elevata nel Nord Est e le fasce di età più colpite sono quelle più giovani”: sono le parole con cui il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro ha commentato gli ultimi dati sul Covid-19 dopo il consueto monitoraggio settimanale, che conferma la progressione del contagio per la settima settimana di seguito.
E proprio ieri è stata nuovamente superata la soglia psicologica dei 20mila casi. 20.497 positivi, mai così tanti da aprile, e 118 decessi, il numero più alto da fine maggio. Ma il quadro epidemico è cambiato da allora, con oltre il 79 per cento della popolazione che ha ricevuto almeno la prima dose di vaccino. Mancano all’appello 6,1 milioni di italiani, motivo per cui – ha chiarito il commissario per l’emergenza Francesco Paolo Figliuolo – dal 13 al 26 dicembre è necessario uno sforzo maggiore: le Regioni sono chiamate a somministrare 6,3 milioni di dosi di vaccino.
“La terza dose riduce ulteriormente il rischio di contrarre l’infezione in tutte le fasce d’età”, ha aggiunto poi Brusaferro. E intanto dal 16 dicembre partiranno le inoculazioni ai bambini tra i 5 e gli 11 anni, una platea di circa 3.600.000 soggetti che potranno ricevere due dosi a distanza di 21 giorni l’una dall’altra. Per quanto riguarda invece il tasso di ospedalizzazione, la media nazionale di posti letto occupati in terapia intensiva è all’8,5 per cento, negli altri reparti al 9,9. E da lunedì prossimo anche la Calabria – che ha registrato un’incidenza di 119 contagi ogni 100mila persone e un tasso di occupazione delle terapie intensive pari all’11,8 per cento – entrerà in zona gialla, in cui già si trovano il Friuli Venezia Giulia e la provincia autonoma di Bolzano. Dal 20 dicembre potrebbe essere il turno anche di Veneto e Liguria, con Lazio, Marche e Valle d’Aosta a rischio.
Secondo il monitoraggio dell’Iss, si trovano in una condizione di “alta probabilità di progressione a rischio alto” Abruzzo, Emilia-Romagna, Marche, Liguria e Veneto. Per il ministro della Salute, Roberto Speranza, siamo in una fase “ancora non facile” in cui bisogna continuare ad “avere fiducia nella scienza”. Anche in vista dei contagi della variante Omicron, si profila poi un prolungamento dello stato di emergenza, in scadenza il 31 dicembre, forse fino ad aprile. Ma da gennaio sarà necessario consultare le camere per prorogarlo, perché saranno trascorsi due anni dalla prima proclamazione, che risale al 31 gennaio 2020.