Regioni, come cambiano i colori: solo la Valle d’Aosta in arancione, Friuli-Venezia Giulia, Molise e Sardegna con numeri da zona bianca
Covid: ecco come cambiano i colori delle Regioni da lunedì 17 maggio
Lunedì 17 maggio cambiano nuovamente i colori delle Regioni: domani, venerdì 14 maggio, il consueto monitoraggio dell’Iss e del ministero della Salute rivelerà le nuove fasce d’appartenenza di ogni area. Quella che va delineandosi, comunque, è un’Italia tutta gialla con tre Regioni con numeri da zona bianca: resta da capire, però, se l’indice Rt, che molte zone hanno vicino a 1, inciderà sul prossimo monitoraggio costringendo diverse Regioni a passare in arancione.
I nuovi colori delle Regioni da lunedì
Attualmente tutte le Regioni, ad eccezione di Sicilia, Sardegna e Valle d’Aosta che sono in zona arancione, si trovano in fascia gialla, mentre nessuna è in area rossa.
In base ai prossimi dati del monitoraggio, Sicilia e Sardegna dovrebbero lasciare la zona arancione per tornare in quella gialla, mentre solo la Valle d’Aosta dovrebbe rimanere almeno un’altra settimana in arancione. Questo significa che, se i dati fossero confermati, tutta Italia, ad eccezione della Valle d’Aosta, sarebbe in giallo a partire da lunedì 17 maggio.
Ci sono tre Regioni, inoltre, che hanno già numeri da zona bianca: si tratta di Friuli-Venezia Giulia, Molise e la stessa Sardegna. Nessuna delle tre diventerà bianca, però, perché la zona può essere istituita solamente dopo tre settimane di monitoraggio con numeri favorevoli.
L’incognita Rt: le Regioni che rischiano l’arancione
Sul nuovo monitoraggio dell’Iss, però, pesa l’incognita dell’indice Rt. Secondo i criteri attuali con cui si decide il cambio dei colori, e che presto dovrebbero essere cambiati con parametri diversi, le Regioni che hanno l’indice Rt a 1 rischiano il passaggio in arancione.
E allo stato attuale sono almeno 7, più la provincia autonoma di Bolzano, le Regioni che hanno l’indice Rt vicino a 1. Si tratta di Campania (0,92), Emilia-Romagna (0,89), Lazio (0,88), Liguria (0,91), Lombardia (0,9), Provincia autonoma di Bolzano (0,96), Puglia (0,88) e Veneto (0,92).
Oltre all’Rt, però, c’è da considerare il “rischio complessivo” di ogni Regione che viene calcolato in base agli altri 21 parametri. Questo significa che se una Regione ha l’Rt sopra 1, ma viene classificata con rischio “basso”, rimarrà comunque in giallo.
Delle Regioni sopra citate solo Lombardia e Puglia hanno un rischio “moderato”, mentre l’unica Regione classificata “ad alta probabilità di progressione” è la Calabria, che però ha un indice Rt a 0.74. Paradossalmente, quindi, a rischiare di passare in arancione è una delle Regioni che ha l’Rt più basso rispetto alla soglia dell’1: ecco perché i governatori da alcuni giorni chiedono al governo di cambiare i parametri del monitoraggio.
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