Covid, chiusa l’inchiesta di Bergamo sulla gestione della prima ondata: indagati Conte, Speranza, Fontana, Gallera e gli esperti del Cts. Le accuse di epidemia colposa aggravata e omicidio colposo
A tre anni dall’inizio della pandemia da Covid-19 che nella provincia di Bergamo è costata migliaia di vite, è stata chiusa l’inchiesta aperta dal Procuratore aggiunto Maria Cristina Rota nell’aprile 2020: tra i destinatari degli atti ci sono l’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il presidente della regione Lombardia Attilio Fontana e l’ex ministro della salute, Roberto Speranza.
Insieme a loro funzionari e dirigenti chiamati a gestire l’emergenza della pandemia nel nostro paese, come il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro, l’ex coordinatore del Cts Agostino Miozzo, l’allora capo dellaprotezione civile Angelo Borrelli e il presidente del consiglio Superiore di sanità Franco Locatelli, e l’allora direttore dello Spallanzani Giuseppe Ippolito. Per Conte e Speranza gli atti sono stati inviati per competenza al tribunale dei ministri di Brescia. Due i temi rilevati dal pool di magistrati guidati dalla Rota: la mancata istituzione della zona rossa ad Alzano Lombardo e Nembro, bassa Valle Seriana, e il mancato aggiornamento e attuazione del Piano Pandemico che si sarebbe dovuto applicare anche a livello regionale.
Il procuratore aggiunto di Bergamo Cristina Rota con i pm Silvia Marchina e Paolo Mandurino, sotto la super visione del procuratore Antonio Chiappani ha tirato le fila dell’inchiesta per epidemia colposa e l’atto di notifica sarà consegnato alle parti nelle prossime ore. Tre, in sostanza, i filoni dell’indagine: la repentina chiusura e riapertura dell’ospedale di Alzano, la mancata ‘zona rossa’ in Val Seriana e l’assenza di piano pandemico aggiornato per contrastare il rischio pandemia lanciato dall’Oms. In questi anni TPI si è occupata di questi importanti temi con un lungo filone di inchieste, racchiuse anche nell’ e-Book edito da Piemme-Mondadori dal titolo “Epidemia colposa? Le verità nascoste sulla mancata zona rossa nella Val Seriana”.
In particolare, per la mancata zona rossa di Alzano e Nembro devono rispondere di epidemia colposa aggravata oltre a Giuseppe Conte, e al governatore lombardo Attilio Fontana, anche parecchi membri del Cts come Agostino Miozzo, Silvio Brusaferro, l’ex capo della prevenzione del Ministero della Salute Claudio D’amario e l’ex segretario generale Giuseppe Ruocco e l’attuale responsabile delle malattie infettive Francesco Maraglino.
Secondo la procura, sulla scorta dei dati di Stefano Merler dell’Istituto Kessler di Trento, si sarebbero dovute attivare misure di contenimento nella bergamasca almeno a partire dal 26 febbraio.
Sul piano pandemico l’inchiesta si sdoppia. A Bergamo si vuole procedere per la sua mancata attuazione nei confronti di Claudio D’Amario, Silvio Brusaferro, Angelo Borrelli e l’ex assessore al welfare della Lombardia Giulio Gallera.
A Roma è invece destinato il filone per il mancato aggiornamento – il piano risaliva al 2006 come scoperto da Report – e vede tra gli indagati per omissione di atti di ufficio oltre ai dirigenti ministeriali Ruocco e Maraglino anche l’ex Oms Ranieri Guerra che a Bergamo è anche indagato per false informazioni ai pm.
Gli ex Ministri della Salute Roberto Speranza, Giulia Grillo e Beatrice Lorenzin sono indagati per l’omessa istituzione o rinnovo del comitato nazionale per la pandemia”.
L’INCHIESTA DI TPI SULLA MANCATA CHIUSURA DELLA VAL SERIANA PER PUNTI:
- Quel 23 febbraio ad Alzano Lombardo: così Bergamo è diventato il lazzaretto d’Italia (Parte I inchiesta di Francesca Nava su TPI)
- ESCLUSIVO TPI: Una nota riservata dell’Iss rivela che il 2 marzo era stata chiesta la chiusura di Alzano Lombardo e Nembro. Cronaca di un’epidemia annunciata (Parte II inchiesta di Francesca Nava su TPI)
- Il dirigente condannato, l’assessore incompetente, il direttore pentito. La catena di comando che poteva fermare il virus all’ospedale di Alzano Lombardo ma non l’ha fatto (Parte III inchiesta di Francesca Nava su TPI)
- Quel decreto del 23 febbraio ignorato da tutti: Alzano e Nembro dovevano essere chiusi anche con un solo positivo
- “In Lombardia non si potevano fare zone rosse, non si poteva fermare la produzione”: parla a TPI il presidente di Confindustria Lombardia
- Coronavirus all’ospedale di Alzano: dopo l’inchiesta di TPI la Procura di Bergamo indaga per epidemia colposa
- Quelle migliaia di vittime che potevamo risparmiarci con la zona rossa ad Alzano e Nembro: i dati che certificano una tragedia
- ”Quel 7 marzo a Bergamo: strade affollate e tutto aperto”: videoreportage di Selvaggia Lucarelli alla vigilia dell’inferno
- Bergamo, così vengono curati i pazienti da Coronavirus: sistemati anche nei corridoi. Il video dentro il Pronto Soccorso
- “Non vogliamo leggere le tue cazzate”: così rispose la Regione Lombardia, il 22 febbraio, alla segnalazione di creare ospedali ad hoc da Covid-19 per isolare i pazienti e fermare il contagio
- Gallera: “Il 22 febbraio già sapevamo dei casi di Coronavirus ad Alzano Lombardo” | VIDEO
- Dopo l’inchiesta di TPI sulla mancata chiusura di Alzano e Nembro, dalla Protezione Civile una prima conferma: la nota riservata dell’Iss era stata letta e valutata dal comitato scientifico
- Alzano, dopo l’inchiesta di TPI la Procura di Bergamo indaga per epidemia colposa
- Gallera ai pm: “Non sapevo che potevamo essere noi a chiudere”
- No Conte, i giornalisti fanno domande, criticano e controllano, non devono “scrivere decreti”
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- Conte risponde a TPI e scarica Fontana: “Se la Lombardia avesse voluto, avrebbe potuto tranquillamente fare la Zona Rossa ad Alzano e Nembro”
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