Covid, Capobianchi: “L’infezione si spegnerà ma una nuova variante potrebbe sparigliare le carte”
Covid, Capobianchi: “L’infezione si spegnerà ma una nuova variante potrebbe sparigliare le carte”
A poco più di due anni dal suo inizio la pandemia potrebbe presto volgere al termine, a meno che non emerga una nuova variante che “riesca a sparigliare le carte”. A dirlo è l’ex direttrice del laboratorio dell’Istituto Spallanzani, Maria Capobianchi, che in un’intervista al Corriere della Sera ha evidenziato come, nella situazione attuale, “stiamo andando verso una fase endemica”. Per i prossimi mesi tuttavia è ancora alto il rischio che possano emergere nuove varianti. “Ne abbiamo già viste arrivare cinque che sono diventate protagoniste in virtù di una sempre maggiore facilità a trasmettersi. Ogni giorno abbiamo ancora milioni di casi nel mondo, stiamo dando altre opportunità di mutazione al nostro nuovo ospite”, ha detto la ricercatrice, che con la squadra il 31 gennaio del 2020 è riuscita per la prima volta in Italia a isolare il virus Sars-CoV-2.
Secondo Capobianchi, anche questo virus potrebbe diventare come altri coronavirus che contagiano l’uomo “responsabili di raffreddore e febbri lievi”. “Non sappiamo in quale epoca storica siano arrivati ma tutto fa pensare che al loro ingresso abbiano avuto una storia simile a quella del Sars-CoV-2, ha detto. “Di fronte a virus nuovi è plausibile che la specie umana sia stata tutta contagiata fino a sviluppare una protezione immunitaria. Oggi abbiamo potuto accelerare questo processo con i vaccini”.
La docente di biologia molecolare ha previsto un “altro mesetto di contagi a frequenza elevata” e ha auspicato che quella di omicron possa essere “l’ultima ondata”, prima che l’infezione si spenga “lentamente”, commentando le recenti dichiarazioni dell’Oms.
Riguardo l’isolamento del nuovo coronavirus da parte del suo team allo Spallanzani, Capobianchi ha parlato di “esperienza entusiasmante”. “All’inizio speravamo che l’avremmo scampata e non avremmo sperimentato il flagello in corso in Cina. Mi riferisco ai casi della coppia di cittadini cinesi ricoverati allo Spallanzani. Pensavamo che, col tracciamento, saremmo stati in grado di evitare l’innesco della pandemia”.