Tutto quello che non torna nella vicenda Covid-Briatore (e del suo ricovero al San Raffaele)
Dunque. Leggiamo insieme il comunicato del San Raffaele che conferma, oggi mercoledì 26 agosto, la positività al Coronavirus di Flavio Briatore, dopo la goffa smentita di Daniela Santanchè ieri a In onda: “Flavio Briatore si è rivolto all’Ospedale per una specifica patologia diversa da Covid-19 ed è stato sottoposto prima del ricovero, come tutti i pazienti, al tampone rinofaringeo per il rilevamento del Coronavirus SARS-Cov-2. Il tampone è risultato positivo e di conseguenza al signor Briatore è stato applicato il protocollo standard che prevede l’isolamento e l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale necessari in caso di positività, sia per la sicurezza del paziente, sia per la tutela del personale di reparto e degli altri pazienti ricoverati”. La comunicazione è firmata da Giulio Melisurgo, medico curante, IRCCS Ospedale San Raffaele, e da Pasqualino D’Aloia, direttore professioni sanitarie.
Dunque, su questa comunicazione c’è molto da dire e a questo punto gli interrogativi inquietanti riguardano non solo Briatore, ma l’ospedale San Raffaele. Primo: Briatore aveva avuto, per sua ammissione parlando con Porro, raffreddore e febbre giorni prima e aveva chiamato Zangrillo, evidentemente preoccupato. Come si fa a sostenere che sia andato in ospedale “per altra patologia”? Il raffreddore, anche a voler credere alla storiella del ricovero per prostatite, non è compatibile con la prostatite. Dunque prima bisognava pensare al Covid, anche vista la situazione dei contagi nel suo locale e della Costa Smeralda in generale, poi forse ad altro. Quindi se io vado in al San Raffaele con un mal di testa fortissimo da giorni ma sostengo che è dermatite mi mandano via con una pomata?
Secondo: Briatore, secondo la prima nota diffusa dal suo staff, sarebbe arrivato al San Raffaele domenica sera. Ieri, martedì, dichiarava al Corriere che non sapeva ancora se era positivo. All’amica Santanchè che non aveva il Covid. La notizia ufficiale della positività arriva oggi, mercoledì. Dunque dobbiamo dedurre che al San Raffaele, un sospetto malato di Covid, impieghi da RICOVERATO ben tre giorni prima di avere il risultato di un tampone. Addirittura se ti chiami Briatore. Caspita, che efficienza questo San Raffaele. Nel frattempo il sospetto malato se ne sta nel reparto solventi e non quello Covid?
Terzo: adesso si apprende da nota ufficiale di oggi che “Il tampone è risultato positivo e di conseguenza al signor Briatore è stato applicato il protocollo standard che prevede l’isolamento e l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale necessari in caso di positività”. Ah, quindi che vuole dire? Che fino a ieri sera Briatore era in un reparto non Covid e non si utilizzavano le precauzioni necessarie? Questo da domenica sera? Quindi ha ragione l’Espresso quando sostiene che non era nel padiglione Covid, ma nel reparto a pagamento e che ci fosse malumore all’interno dell’ospedale. Davvero una prassi insolita e preoccupante, a meno che non abbia mentito Briatore e la sua positività sia stata rilevata subito o poco dopo. E che le precauzioni sciamano state prese subito, ma in un reparto non isolato. Ma anche in quel caso, perché non è stato messo subito in un reparto Covid? Perché si chiama Briatore?
Per concludere. Torna alla mente quel fatto che riesumai mesi fa su Zangrillo , il medico personale di Briatore che negli ultimi giorni, dopo l’emorragia verbale degli ultimi mesi, pare sparito dalle comunicazioni del San Raffaele. Correva l’anno 2013. Berlusconi era nel pieno del ciclone Ruby, doveva deporre al processo. Zangrillo fece ricoverare d’urgenza Berlusconi al San Raffaele per un’operazione urgente e improrogabile (l’uveite, un’infiammazione agli occhi). Proprio nei giorni in cui Berlusconi avrebbe dovuto deporre, ma guarda un po’.
La Boccassini mandò la visita fiscale per accertarsi del fatto che Berlusconi fosse stato ricoverato proprio per un’urgenza da uveite. “Si tratta di una patologia che se trascurata può produrre alterazioni alla visione che possono cronicizzarsi e invalidare la normale funzione dell’occhio!”, tuonò Zangrillo alla stampa. I medici fiscali lo smentirono: “Ha una congiuntivite non grave, può presentarsi in aula”. Insomma, Zangrillo gli diede una mano per risolvere qualche casino. Chissà che la prostatite non sia la nuova uveite.
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