Covid, Bassetti ammette: “Forse le mie previsioni sono state sbagliate”
Covid, Bassetti ammette: “Forse le mie previsioni sono state sbagliate”
“Le previsioni sul Covid-19, anche quelle che ho fatto io, si sono rivelate sbagliate”: a dirlo, ospite de L’Aria che tira su La7, è stato Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, componente della task force Covid-19 della Regione Liguria e da pochissimo tempo coordinatore della commissione sui ricoveri dell’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali. Il medico, che a giugno scorso insieme al professore del San Raffaele di Milano Alberto Zangrillo e altri colleghi come Giorgio Palù e Arnaldo Caruso aveva sottoscritto il manifesto dei “pragmatici” – secondo cui del virus esistevano ormai “pochi sintomi” e chi contraeva il Covid-19 correva un bassissimo rischio di aggravarsi perché la carica virale era diventata meno contagiosa – ha aggiunto che “è ritornata un’importante ondata di Coronavirus in Italia e ha trovato medici, sanitari e sistemi già stanchi in molte situazioni per una prima ondata che avevamo voluto dimenticare troppo presto”.
“In questa situazione non ci siamo solo noi – ha continuato Bassetti – ma molti Paesi sono alle prese con gli stessi problemi. E’ probabile che noi non ci siamo organizzati al meglio, ma quando si ammalano così tante persone il sistema va comunque in difficoltà. Oggi è inutile dire che la colpa è di ciò che non si è fatto durante l’estate, dipende da quello che non è stato fatto negli ultimi 30 anni. I tedeschi hanno gestito meglio di chiunque altro questa situazione, perché hanno un numero di posti di terapia intensiva, di ospedali, di organizzazioni sanitarie sul territorio che sono dieci volte migliori dei nostri. Quindi, il nostro problema viene da lontano. Quando fai una riforma economica e togli soldi alla sanità, alla scuola, all’università, alla ricerca, è evidente che nelle situazioni di emergenza ti trovi in difficoltà”.
Bassetti si è anche espresso sul possibile lockdown: “Io non credo – ha detto – che siano i medici a dover stabilire se è necessario. Il nostro mestiere è un altro e deve essere quello di curare tutti e di farlo nel modo migliore. La decisione se fare o meno un lockdown spetta esclusivamente alla politica sulla base dei dati che il mondo della medicina le fornisce. Quello che abbiamo fatto a marzo è irripetibile. Non possiamo pensare di chiudere nuovamente l’Italia per due mesi, e non solo per il discorso economico, ma anche per quello sanitario. Noi ancora oggi dobbiamo ancora recuperare le prestazioni che abbiamo perso per tutti i malati non Covid tra marzo e giugno. Ce lo siamo dimenticati?”. Infine, sugli ultimi bollettini in Italia, Bassetti ha detto che sembra esserci “un timido segnale di rallentamento. Siamo arrivati a 3000 metri e stiamo correndo, è molto faticoso. Siamo su un plateau ma è molto alto, dobbiamo scendere a 1500 metri: siamo molto in alto e questo crea enorme pressione sugli ospedali”.
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