Covid, in una sola settimana: + 108% dei morti e + 60% in terapia intensiva
Il dati dei nuovi casi, dei ricoveri in terapia intensiva e del numero dei morti relativi all’ultima settimana (21-27 ottobre) evidenziano come l’epidemia sia ormai fuori controllo. A preoccupare, in particolar modo, è l’aumento esponenziale del numero dei morti: più che raddoppiati (995 vs 459).
I dati vengono diffusi grazie al monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE che conferma nella settimana 21-27 ottobre, rispetto alla precedente, l’incremento esponenziale nel trend dei nuovi casi (130.329 vs 68.982).
“I dati dell’ultima settimana – afferma Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – documentano il crollo definitivo dell’argine territoriale del testing & tracing, confermano un incremento di oltre il 60% dei pazienti ricoverati con sintomi e in terapia intensiva e fanno registrare un raddoppio dei decessi. In alcune aree del Paese non è più procrastinabile il lockdown totale per arginare il contagio diffuso e ridurre la pressione sugli ospedali”.
Decessi: 955 (+108,1%)
Terapia intensiva: +541 (+62,2%)
Ricoverati con sintomi: +5.501 (+65,1%)
Nuovi casi: 130.329 (+88,9%)
Casi attualmente positivi: +112.351 (+78,7%)
Casi testati +91.641 (+14,5%)
Tamponi totali: +147.423 (+14,4%)
Il caso Milano
A Milano il totale dei decessi è arrivato a quota 17.310, ben 340 solo nell’ultimo mese. Cresce in modo significativo anche il grado di saturazione delle terapie intensive, dove sono entrati in 24 ore ben 29 pazienti in più, record mensile, toccato anche sabato, per un totale di 271 ricoverati. A inizio mese scattarono le prime contromisure e si riaprirono i letti di Rianimazione chiusi nell’estate. Polverizzata in breve tempo la “soglia d’allarme“ dei 150 posti occupati. Ma si riempiono anche i reparti ordinari: 2.715 i ricoverati. Il 1° ottobre erano (solo) 298. Ieri se ne sono aggiunti quasi altrettanti: 256 in tutte le province.
L’insufficienza delle misure introdotte dal Dpcm
L’impatto dell’introduzione di differenti misure di contenimento sul valore di Rt è oggetto di un recente studio – pubblicato su Lancet Infectious Diseases da ricercatori dell’Università di Edimburgo – che ha analizzato dati da 131 Paesi. “In relazione ai risultati ottenuti dall’introduzione di ciascuna misura di contenimento – spiega Renata Gili, responsabile della Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – è stata stimata l’efficacia sul valore di Rt di quattro possibili gruppi di interventi a 7, 14 e 28 giorni. Se da un lato gli effetti dipendono dal numero e dalla tipologia di restrizioni, dall’altro non sono affatto immediati. Infatti, per dimezzare il valore di Rt servono 28 giorni di lockdown totale, tempi che in Italia potrebbero dilatarsi ulteriormente per il ritardo sempre maggiore nella notifica dei casi”.
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