Cosenza, l’ospedale perde il suo ultimo ginecologo non obiettore: “Qui l’aborto non è più un diritto”
L’ospedale Annunziata di Cosenza ha perso il suo ultimo medico non obiettore di coscienza: si chiama Francesco Cariati ed era l’unico a praticare l’interruzione di gravidanza nel nosocomio. Ora ha deciso di dimettersi. “Io sono abituato a dare la vita, è il mio lavoro ed è molto difficile far coesistere la mia attività di ginecologo che accompagna le donne fino al parto con quella di medico non obiettore che aiuta ad abortire. Perché lo faccio? Per garantire un diritto: quello che hanno le donne di accedere a un servizio che la legge impone agli ospedali di fornire”, aveva dichiarato tempo fa.
Cariati praticava circa 250 interruzioni volontarie di gravidanza in un ospedale in cui nascono almeno 2mila bambini ogni anno. Adesso la struttura resterà scoperta. A denunciare la situazione il collettivo femminista cosentino Fem.In, da sempre molto attento ai problemi sanitari di Cosenza e della Regione Calabria. “L’aborto non è più un diritto nella nostra città. È incredibile quanto in fretta possano negarci la libertà di autodeterminarci, quanto in una manciata di ore possano precludere l’aborto a chi non può andare fuori provincia o fuori regione per accedere al servizio”, ha scritto in una nota il collettivo. A complicare la situazione la mancata distribuzione da parte dell’Asp della Ru486, la pillola abortiva. Una notizia vergognosa secondo Pino Assalone, coordinatore di Democrazia e Lavoro, Sinistra Cgil.
“La notizia per cui l’Ospedale dell’Annunziata di Cosenza sia rimasto privo dell’offerta del servizio di Interruzione volontaria di gravidanza a seguito delle dimissioni dell’unico ginecologo non obiettore lascia allibiti. Si prende atto dell’affermazione dei responsabili per cui si provvederà al più presto al ripristino del servizio, sperando che non sia la classica dichiarazione rilasciata per tranquillizzare l’opinione pubblica e far trascorrere il tempo, ma la vicenda non può che suscitare scalpore: che in un ospedale hub da tempo fosse presente un solo medico non obiettore (e se fosse stato assente per motivi non programmabili?) è una condizione inverosimile“, ha dichiarato Assalone.
“Pochi giorni fa il mondo cosiddetto progressista e democratico si indignava per il grave regresso in campo di diritti civili avvenuto negli Stati Uniti in seguito alla sentenza della Corte Suprema che cancella la protezione garantita a livello federale del diritto all’aborto. Ci si indignava per questo ritorno al passato ma nel frattempo niente si continua a fare per garantire in casa nostra, in Calabria come in tutta Italia, un diritto e la piena applicazione di una legge che in Italia ha 44 anni ma viene serenamente disattesa”, ha osservato l’europarlamentare del M5S Laura Ferrara.