Cosa c’è nel video citato da Beppe Grillo sul presunto stupro di gruppo in Sardegna
Cosa c’è nel video di 24 secondi citato da Beppe Grillo sul presunto stupro di gruppo
Cosa contiene il video di circa 24 secondi citato da Beppe Grillo per difendere il figlio Ciro accusato di stupro di gruppo insieme ad altri suoi tre amici?
È la domanda che in molti si sono posti alla luce dell’indagine sul presunto stupro di gruppo avvenuto nella notte tra il 16 e il 17 luglio 2019 nella villa di Porto Cervo, in Sardegna.
Il filmato è probabilmente il punto cardine dell’inchiesta: l’accusa la considera una prova chiave per dimostrare la violenza sessuale, mentre, secondo la difesa, il video dimostrerebbe la consensualità della ragazza.
Questa è anche la tesi sposata da Beppe Grillo, padre di Ciro, uno degli accusati, che in un filmato sul suo blog ha dichiarato: “C’è un video, passaggio per passaggio, e si vede che c’è la consensualità: un gruppo che ride, ragazzi di 19 anni che si stanno divertendo, che sono in mutande e saltellano col pisello così perché sono quattro coglioni, non quattro stupratori”.
A svelare il contenuto del video è il quotidiano La Verità, secondo cui Francesco Corsiglia non comparirebbe nel filmato, avvalorando quindi la tesi da lui stesso sostenuta di non aver partecipato a nessun sesso di gruppo perché lui in quel momento dormiva.
Nel filmato si vedono quindi Ciro Grillo, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria mentre fanno sesso con la ragazza. Gli avvocati dei giovani puntano sul fatto che la presunta vittima non appaia passiva nel video, ma partecipi attivamente all’attività di gruppo praticando del sesso orale a uno dei tre giovani.
Secondo l’accusa, però, la ragazza non era in sé perché costretta, poco prima, a bere una bottiglia di vodka. Il processo, dunque, si baserà perlopiù sul filmato e sopratutto, analizzando frame dopo frame, sulle capacità psicofisiche della ragazza.
“Bisognerà stabilire quanto abbia bevuto e in che modo abbia influito sulle sue capacità, occorrerà analizzare se fosse incapace e si possa parlare di minorata difesa” ha dichiarato Marco Salvi, medico legale incaricato dalla difesa di fare luce sulla vicenda.
Per il consulente la giovane nel video “non sembra confusa”, anche se lui stesso ammette che “per paura si può sottostare a qualsiasi situazione”.
Secondo Salvi “anche se si riuscisse a stabilire il tasso alcolemico e a confrontarlo con la sua corporatura, potrebbe essere comunque un dato dato non decisivo”.
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