Coronavirus, il virologo Crisanti: “Usare le mascherine e i guanti anche in casa”
Usare le mascherine anche in casa, trasferire tutti i contagiati in strutture apposite, fare più tamponi possibile. Questa la ricetta del virologo Andrea Crisanti per provare a vincere la pandemia di Coronavirus in Italia. “Non è cosa semplice difendersi da un’infezione”, chiarisce il direttore del Dipartimento di Medicina molecolare all’Università di Padova, intervistato dal Corriere della Sera. Ma “gli indicatori ci dicono che finalmente qualcosa di buono sta già succedendo, anche se i morti sono ancora molti. Sono fiducioso”.
Secondo Crisanti, per ridurre al minimo il rischio contagio “sarà meglio usare mascherina e guanti anche in casa. E, soprattutto, limitare all’indispensabile l’utilizzo degli ambienti domestici condivisi”. “Mi rendo conto del sacrificio ma i risultati del nostro studio sulle probabilità di essere infettati dimostrano chiaramente l’assoluta efficacia della restrizione”, sottolinea il virologo. Crisanti e il suo team di ricercatori stanno studiando il virus insieme ai colleghi dell’Imperial College di Londra. “In ospedale arrivano a grappoli, interi nuclei familiari. Questo significa che se non si sta attenti le nostre case possono trasformarsi in tanti piccoli focolai di contagio. Diciamo che in questo momento sono più protetti i single”, dice il professore.
Altro punto su cui batte è quello dei tamponi e dei test sierologici per rintracciare i casi di positività al Covid-19. “Sarebbe utile andare nelle abitazioni a fare i tamponi quantomeno a tutte le persone che hanno accusato sintomi non gravi”, dice. “Controllare poi i familiari e chi è entrato in contatto con i soggetti contagiati. Fare tamponi e test sierologici su larga scala in modo da evitare l’introduzione in azienda di dipendenti infetti”. “Non solo. Sarebbe molto utile trasferire tutti i positivi in strutture ad hoc. Penso per esempio agli hotel rimasti vuoti. Di alberghi ce ne sono tantissimi e sono pure confortevoli”.
Quando potrà riaprire l’Italia? Crisanti non si sbilancia ma indica una modalità: apertura graduale per territori. “Riaprirei prima le aree dove il rischio di trasmissione del virus è più basso, tipo Sardegna, province come Cagliari, Oristano”, spiega. “E terrei per ultima la Lombardia, Bergamo in particolare”.
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